Oggi Giacomo Possamai, succeduto al (borbonico?) Rucco presentandosi come l’innovatore garibaldino amante della sua Terra, si “disvela” definitivamente come Il Gattopardo di Vicenza accogliendo fra le sue braccia a Palazzo Trissino e nel suo personale ufficio, proprio come fece il suo predecessore, una delegazione dell’associazione “Noi che credevamo nella BPVi“.
Il giovane, ma ormai già vecchio, neo sindaco ha, infatti, ricevuto ieri solo questa associazione, come si legge dal comunicato stampa che riportiamo in fondo*, e non tutte le altre che veramente hanno lottato per i soci azzerati dal crac della Banca Popolare di Vicenza senza apparentarsi per amor di gloria mediatica con formazioni che Giacomo Possamai in campagna elettorale diceva di contrastare non prendendo, però, posizione direttamente sull’abbraccio solitario di Rucco, stigmatizzato da noi e dalle altre associazioni, ma lasciandolo fare, furbescamente, ora è più chiaro, a liste consorziate con la sua diretta per Possamai sindaco.
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» dice Tancredi, il nipote del principe di Salina, che dà il nome a Il Gattopardo, il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che, rifiutato in vita da tutti gli editori e pubblicato postumo da Feltrinelli, narra le (non) trasformazioni avvenute in Sicilia durante il Risorgimento, dal passaggio da Regno Borbonico al Regno d’Italia, seguito alla spedizione dei Mille di Garibaldi.
In effetti, prima della clonazione da parte di Possamai dell’abbraccio di Rucco a Ugone & c., che, va detto per inciso, avevano ostacolato il provvedimento che poi ha portato a distribuire il 10% in più ai soci azzerati con, ora, un ulteriore residuo ancora gestibile, ma dopo una serie di adempimenti che il sindaco dimostra di non conoscere nel momento in cui fa suoi i desiderata, tardivi, di Ugone, c’erano già stati altri “sintomi” di restaurazione variatiana: Jacopo Bulgarini d’Elci consigliere esterno non si sa a che cosa di utile alla città e Michela Cavalieri direttore generale di 950 dipendenti comunali come, non, lo era di un centinaio, in maggioranza partner, in Adacta.
Attendiamo ora, è ineluttabile, il gran ritorno di Angelo Guzzo su qualche carega paracomunale perchè, lo dice Il Gattopardo, «tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».
*Comunicato stampa del Comune di Vicenza
Il sindaco Possamai riceve i rappresentanti dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare”
Il sindaco Giacomo Possamai ha ricevuto ieri a Palazzo Trissino Luigi Ugone, presidente dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare”, e il vicepresidente Mario Zambon.
Durante l’incontro i due esponenti dell’associazione che da anni supporta i risparmiatori truffati dalla Banca popolare di Vicenza hanno segnalato l’avanzo di 200 milioni dal Fondo indennizzo risparmiatori – Fir , mai destinati al territorio.
Dei 540 milioni previsti per gli indennizzi ai clienti della banca, ne sono infatti effettivamente stati assegnati 340.
Pertanto i rappresentanti dell’associazione “Noi che credevamo nella Banca popolare” si recheranno Roma, nei prossimi giorni, per chiedere lo stanziamento dei fondi rimanenti in modo che la percentuale di indennizzo, oggi al 40%, possa essere innalzata.
“Molti risparmiatori, danneggiati economicamente dal fallimento della Banca popolare di Vicenza, sono stati indennizzati solo in parte e meritano di ottenere quanto più possibile – commenta il sindaco Giacomo Possamai -. Purtroppo dei 540 milioni euro promessi, al momento 200 milioni non sono stati assegnati. Faccio mia la richiesta di “Noi che credevamo nella Banca popolare” chiedendo con forza che il Parlamento si adoperi affinché questa somma significativa possa arrivare a destinazione come doveroso ristoro a quanti si sono visiti sottrarre i risparmi di una vita”.