Nomadi, due donne e sette bambini aggrediti a Napoli: Ma cosa sta diventando l’Italia?

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Persecuzione degli zingari in Italia durante il fascismo
Persecuzione degli zingari in Italia durante il fascismo
Ma cosa sta diventando l’Italia? Dopo le vicende di Roma di discriminazione contro “gli zingari” (tra le quali quella della famiglia bosniaca cacciata dalla casa popolare alla quale aveva diritto perché “prima gli italiani“) si può leggere un’altra notizia a dir poco inquietante (vedi articolo sotto riportato) che ben descrive l’aria che si respira nel nostro paese.
Un’aria inquinata in Italia da un razzismo crescente fomentato da personaggi dichiaratamente nazifascisti e da chi fa della paura e dell’odio verso il diverso argomenti con i quali consolidare il consenso.
E’ ormai difficile considerare che questi fatti siano “episodi” magari “isolati” o che siano  “loro” (gli “zingari”, i “negri”, i “diversi” … ) i colpevoli perché fomentano, magari con la loro presenza, questi miserabili atti. .
Dobbiamo fenderci conto che una marea nera sta montando ed è piena di paura, odio, fascismo, razzismo.
Le responsabilità esistono e sono di chi ha voluto sdoganare i fascisti (ricordate i “ragazzi di Salò” di Violante?), di chi fomenta l’esclusione e la chiusura verso lo “straniero” (ma solo se è disperato e povero) e le “etnie sporche brutte e cattive” (quelli che “rubacchiano”, ricordate “prima vennero a prendere gli zingari e io ero contento perché rubacchiavano”?), di chi fa della discriminazione (anche o soprattutto di classe) qualcosa sulla quale basare il successo elettorale …
L’Italia sta andando alla deriva, sta sprofondando in un baratro che abbiamo già vissuto durante il regime fascista e dal quale sarà difficile risollevarsi.repubblica.it (13.04.2019)
Due donne e sette bambini nomadi escono da un cinema, nel pieno centro di Napoli, dove sono state accompagnate da due operatrici di una cooperativa sociale: il gruppo viene aggredito da quattro ragazzini, con insulti, urla, sputi e lancio di pietre.

L’episodio, accaduto alle 19.30 di ieri, viene denunciato oggi dall’assessore comunale all’immigrazione, Laura Marmorale, che accusa: “C’è chi sta creando artatamente un clima di odio, violenza e discriminazione, animando e legittimando i più biechi istinti”.

I ragazzini hanno inseguito il gruppo per alcune decine di metri, minacciando di usare dei coltelli: quando le operatrici sociali e i nomadi hanno trovato rifugio in un bar, si sono dileguati. “Un gesto di una gravità inaudita che va immediatamente condannato e stigmatizzato. Faremo di tutto per rintracciare e denunciare questi ragazzini, per togliere loro le armi, verbali e materiali, per metterli davanti ai bambini che volevano ferire e umiliare per mostrare loro cosa sono davvero: bambini, persone”, conclude Marmorale.

“Insisteremo – sottolinea l’assessore Marmorale – nella volontà di colmare la grande povertà educativa di questi ragazzi supportando e potenziando il lavoro prezioso di scuole ed educative territoriali  Ma allo stesso tempo e con la stessa intensità ci opporremo a quanti stanno artatamente creando questo clima di odio, violenza e discriminazione, animando e legittimando i piú biechi istinti.

Non resteremo muti davanti a simili scene, denunceremo e reagiremo sempre. Napoli non sarà mai rappresentata da chi seleziona le persone per ‘sottrazione’. Nessuna forma di razzismo resterà impunita. A nessun bambino, a nessuna mamma deve essere negato il diritto di poter passeggiare per strada, di poter andare al cinema, di poter vivere. Ai 7 bimbi, alle mamme, alle 2 operatrici sociali della coop Dedalus esprimo tutto il mio sostegno e solidarietà, aspettandoli a Palazzo San Giacomo quanto prima. Ai proprietari di un bar di Piazza Dante che non si sono omologati e rassegnati alla paura e hanno accolto, protetto e confortato, dico grazie. Siete voi l’anima della nostra città”.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.