Non autosufficienza, Spi, Fnp, Uilp e Cupla del Veneto: “Ancora una volta esclusi dalla Regione”

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Non autosufficienza

Sul tema della non autosufficienza la denuncia dei sindacati degli anziani Spi, Fnp, Uilp e Cupla del Veneto.

“Nel percorso avviato lo scorso anno per rivedere strutturalmente il sistema veneto della residenzialità per persone anziane non autosufficienti, la Regione continua a ignorare i rappresentanti dell’utenza e si confronta solo con gli erogatori dei servizi”.

La denuncia è delle segreterie regionali dei sindacati dei pensionati tramite i rappresentanti Elena Di Gregorio (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl), Debora Rocco (Uilp Uil) e Raffaele Zordanazzo (Cupla, il Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo).

“L’ennesima conferma è di pochi giorni fa – aggiungono – con l’istituzione, tramite Delibera della Giunta regionale, del Tavolo interistituzionale per l’area anziani: è prevista la partecipazione solo dei tecnici della Regione Veneto, delle Ulss, dei Comuni e degli enti gestori (Uripa, Uneba, Aisap, Legacoop e Confcooperative).

È l’ennesima occasione persa dalla Regione di coinvolgere l’utenza dei servizi per gli anziani – spiegano i rappresentanti sindacali dei pensionati -. Le nostre sigle rappresentano un anziano veneto su tre, quotidianamente raccogliamo dati ed esperienze, ma è evidente che non si vogliono proprio affrontare e superare le criticità delle RSA considerando anche il punto di vista di chi, ospite o suo familiare, quei servizi li usa e li paga anche con notevoli sforzi economici.

Da anni i sindacati dei pensionati, in Veneto come a livello nazionale, fanno pressioni per avere una riforma complessiva della gestione della non autosufficienza, le cui pesanti lacune per quanto riguarda le case di riposo si sono viste in tutta la loro gravità durante la pandemia e ora nel post, caratterizzato dall’aumento delle rette e dalla carenza di organico.

Continuare a far finta che noi non c’entriamo nulla non ha senso – concludono Spi, Fnp, Uilp e Cupla del Veneto. Abbiamo dimostrato più volte la bontà delle nostre idee e delle nostre proposte: una buona assistenza residenziale, insieme a quella semiresidenziale e all’assistenza a domicilio, in un’ottica di rete, saranno un parametro di civiltà per il futuro, dove ci saranno sempre più anziani non autosufficienti con famiglie sempre più piccole”.