“Non coniuga i verbi, parla all’infinito. Ma non possiamo bocciarlo”: scandalo Suarez-Juve per la cittadinanza

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Dicono che Goebbels volesse offrire a Fritz Lang l’incarico di regista ufficiale del Reich, e che quando lui chiese “ma non lo sapete che sono ebreo?” il ministro della propaganda rispose “lei non ha capito, siamo noi che decidiamo chi è ebreo e chi non lo è”. Con le dovute proporzioni e sapendo che il paragone è paradossale, oggi quando si parla di stranieri e di extracomunitari la mentalità non sembra diversa: ci sono stranieri da trattare bene perché hanno i soldi, come gli americani che hanno le basi militari qui, o i calciatori, e ci sono quelli che si possono trattare male, come i disperati sui barconi o i ragazzi che sono nati qui, hanno amici o amori italiani, parlano benissimo l’italiano, magari fanno anche lavoretti, ma devono aspettare i 18 anni e lottare contro la burocrazia per ottenere la cittadinanza

Nelle carte dell’inchiesta di Perugia sull’Università per Stranieri, spuntano le intercettazioni sul test di italiano sostenuto dal bomber uruguayano del Barcellona Luis Suarez il 17 settembre scorso, necessario per prendere la cittadinanza e poter essere trasferito.

di FABIO TONACCI su Repubblica

L’esame di italiano dell’attaccante del Barcellona Luis Alberto Suarez, sostenuto il 17 settembre scorso presso l’Università per stranieri di Perugia, è stato “una farsa”. Così lo definisce il procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone, nelle otto pagine del decreto con cui ha delegato la Guardia di finanza a fare perquisizione locale e informatica negli uffici dell’Università perugina.

Sono indagate cinque persone: la rettrice Giuliana Grego Bolli, il direttore generale Simone Olivieri, l’esaminatore Lorenzo Rocca, la preparatrice didattica che ha fatto da tutor a Suarez, Stefania Spina e Cinzia Camagna. Le accuse sono di falso ideologico e violazione di segreto. “I primi quattro, in concorso tra loro, rivelavano i contenuti della prova di esame orale del 17 settembre – si legge nel decreto – all’esito della quale veniva rilasciata in favore di Suarez Diaz Luis Alberto l’attestazione della conoscenza italiana di livello B1 del Quadro comune europeo di riferimento necessario per il conseguimento della cittadinanza italiana”.

L’inchiesta sull’Università per Stranieri era stata aperta già a febbraio ed è condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia economica guidati dal colonnello Selvaggio Sarri. Dalle intercettazioni recenti, però, sono emerse le circostanze che riguardano il giocatore del Barcellona, al centro delle trattative di mercato estivo che lo hanno indicato per giorni come il futuro attaccante della Juventus di Pirlo, anche se adesso, dopo l’arrivo a Torino di Alvaro Morata, la sua destinazione pare essere l’Atletico Madrid.

Particolarmente eloquenti le conversazioni telefoniche intercettate dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Perugia. Come questa intercorsa il 12 settembre, cinque giorni prima della prova di Suarez, tra un professore (Diodato) e la tutor Stefania Spin, docente del breveo corso online di italiano seguito dal giocatore:
Diodato: “Comunque…tornando seri…hai una grande responsabilità perché se lo bocciate ci fanno gli attentati terroristici”.
Spina: “Ma te pare che lo bocciamo!”
D.: “Tante volte…”
S.: “Per dirtela tutta, oggi ha chiamato Lorenzo Rocca che gli ha fatto la simulazione dell’esame e abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame! Quindi mi ha detto, guarda fagli scegliere ste due immagini…”

Il 15 settembre, la tutor Spina parla con un interlocutore sconosciuto agli inquirenti.
Spina: “Oggi c’ho l’ultima lezione e me la devo preparare perché non spiccica na parola”.
Interlocutore: “Oddio…”
S.: “e far passare due ore di lezione con uno così non è facile, comunque a parte questo…”
I.: “e che livello dovrebbe passare questo ragazzo, B1?”
S.: “eee, non dovrebbe. Deve. Passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1”
I: “e certo…”
S.: “Il B1, il B1, cittadinanza…considera che è un A1”.
I.: “non c’è speranza”, ride.
S.: “non coniuga i verbi, non coniuga i verbi. Parla all’infinito. Vabbè comunque queste sono cose che è chiaro che…che fai glielo fermi per il B1 cittadinanza? Cioè, voglio dì, fa’ ride no?”

Altra intercettazione di notevole interesse investigativo è quella tra la rettrice Giuliana Grego Bolli e Lorenzo Rocca, esaminatore e responsabile del centro di valutazione linguistica dell’Università per stranieri.
Rocca: “Eh, allora, lui si sta un po’ memorizzando le varie parti dell’esame”
Grego: “Ma infatti è questo. Deve essere sul binario, ecco!”
R.: “esatto esatto, l’abbiamo stradato bene”
G.: “E deve essere su quel binario lì”
R.: “Su quel binario lì. Il discorso è che comunque…sul verbale non ho problemi a metterci la firma, perché in commissione ci sono io e mi assumerò la responsabilità dell’attribuzione del punteggio. Il mio timore qual è, che poi tirando tirando, diamo il livello ed esce, i giornalisti fanno due domande in italiano e la persona va in crisi. Quindi un po’ di preoccupazione ce l’ho perché è una gatta da pelare, come si fa, si fa male”

Infine, l’indicazione del voto preventiva, fatta ancor prima di sostenere l’esame. La procura di Perugia lo desume dalla conversazione avvenuta il 15 settembre tra Lorenzo Rocca e l’impiegata Cinzia Camagna. “Il primo indica alla seconda – si legge negli atti d’indagine – anche i voti che dovranno essere inseriti nel certificato che è predisposto prima della prova”
Camagna: “Io lo faccio già preparare, ma io devo attendere l’anagrafica, quando una volta che è inserito, io posso metterci già il voto. Mi dici tu che voto ci do e via”.
Rocca: “Brava, mettici il minimo”
C.: “Tre, tre, tre, tre, tre!”
R.: “perfetto”
C.: “E’ il minimo 3?”
R.: “Sì sì, metti tutti 3. E perché tanto ho sentito la Rettrice ieri, la linea è quella”