(Adnkronos) – Non si arresta la crescita degli spostamenti privati sulle due ruote a pedale e a motore in Italia, in particolare quelli con i motocicli, che passano dal da 2,6% del 2019 a 4,1%. Dall’ottavo rapporto dell’Osservatorio promosso da ANCMA e Legambiente, in collaborazione con Ambiente Italia, è emerso soprattutto che per le amministrazioni cittadine è molto importante il miglioramento della sicurezza dei ciclisti e visti i numerosi incodenti è diventata una priorità. Le autorità comunali si muovono per aiutare i ciclisti e, entrando nel vivo dei risultati del rapporto, arrivano conferme interessanti per quanto riguarda il numero di comuni che continuano a consentire il trasporto di biciclette sui mezzi pubblici. Parlando invece di motocicli nel 2022 hanno circolato in media nei capoluoghi italiani, oggetto della rilevazione, 14,42 motociclette ogni 100 abitanti. Per densità di moto e scooter spiccano le province liguri di Imperia e Savona con circa 30 motocicli ogni 100 abitanti, seguono poi con più di 20 motocicli Pesaro, Rimini, Trieste, Agrigento e La Spezia. La possibilità per i veicoli a due ruote di accedere alle corsie riservate ai mezzi pubblici è ancora limitata come sappiamo mentre per quanto riguarda la mobilità condivisa lo sviluppo è ancora in ritardo rispetto alla crescita di quello dedicato alle biciclette, anche se nel 2022 lo sharing di moto/scooter elettrici è disponibile in 13 comuni, 5 in più rispetto al 2020 e 10 in più rispetto al 2015. “Il report – ha sottolineato il presidente di ANCMA Paolo Magri – ci offre l’occasione di accendere un riflettore importante sulle buone pratiche messe in campo dai Comuni e, soprattutto, di monitorarne annualmente l’evoluzione, ma al contempo ci consente di illuminare le tante zone d’ombra che contraddistinguono ancora la pianificazione della mobilità urbana. Anche alla luce della sempre maggiore diffusione e del successo che le due ruote continuano a riscuotere, ci preoccupa molto che proprio l’aspetto della regolamentazione sia troppo spesso terreno di uno scontro ideologico: oggi le città rappresentano invece un banco di prova e un’occasione propizia per trovare soluzioni politiche condivise che tengano conto di interessi complessi e che rispondano alle nuove esigenze di mobilità, di sicurezza e sostenibilità. La revisione del Codice della Strada in atto rappresenta sicuramente una circostanza concreta per lavorare in questa direzione”. —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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