Notizie che devono far pensare: ci sono morti anche per mancanza di lavoro

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Nei primi tre mesi di questo anno così difficile, sono 123 i lavoratori morti per infortunio nei luoghi di lavoro (4 il 31 marzo), 256 compresi quelli in itinere. A questi si dovrebbero aggiungere 126 lavoratori morti a causa del coronavirus contratto durante il loro lavoro (fonte Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro curato da Carlo Soricelli).

E c’è un’altra notizia che evidenzia la difficoltà e la disperazione che si vive in questo nostro mondo. Un giovane senegalese di 26 anni che lavorava in un negozio di alimentari si è suicidato a Milano. Era stato licenziato per calo delle vendite. Una tragedia nella tragedia che segue di qualche giorno il suicidio di un altro giovane di 29 anni avvenuto a Torino per lo stesso motivo.

“Danni collaterali” del coronavirus? Forse, ma non solo. Morti per mancanza di lavoro. In quello che è diventato il mondo del lavoro, senza solidarietà né coscienza, in un sistema che ha come obiettivo il profitto e nulla più, diventa sempre più difficile superare le avversità. Anche solo sopportarle. La precarietà trionfante ci ha divorato qualsiasi futuro.

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.