Notturni Palladiani: musica al chiaro di luna con Schubert e Brahms

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Il secondo dei quattro “Notturni palladiani” della OTO, la rassegna musicale estiva ospitata nel cortile di Palazzo Barbrano di Contrà Porti, è in programma giovedì 27 giugno. Protagonisti della serata di musica da camera preparata dal maestro Filippo Lama, sono Francesca Piazza (che affianca Lama al violino), Emanuele Ruggero alla viola, Daniele Lorefice al violoncello e Fulvio Capra al clarinetto.

Al centro del programma c’è il Quintetto in Si minore per clarinetto e archi di Brahms che appartiene all’ultima, sublime stagione creativa del compositore di Amburgo. Giunto alla soglia dei sessant’anni, famoso in tutto il mondo e benestante, intorno al 1890 Brahms confidò più volte agli amici più stretti di voler mettere la parola fine alla sua attività creativa: «potevo finalmente godermi tranquillamente la vecchiaia e ciò mi appagava tanto, senonché d’improvviso ebbi un ritorno di fiamma». Causa di quel ripensamento fu Richard Mühlfeld, uno straordinario clarinettista che Brahms ebbe modo di ascoltare nel 1891 durante un concerto a Meiningen. Il talento e la tecnica di Mühlfeld svelarono al compositore la dolcezza, la duttilità e le innumerevoli sfumature che potevano uscire dal clarinetto tanto da indurlo, di lì a poco, a riprendere in mano la penna per dare vita ad alcuni capolavori espressamente dedicati all’amico clarinettista e al suo strumento: il Trio in La minore, il Quintetto op. 115 e – poco più tardi – le due Sonate per clarinetto e pianoforte op. 120.
Lavoro ammantato di un’aura estremamente dolce, a tratti malinconica e romantica, il Quintetto riscosse un immediato successo di pubblico, tanto da essere considerato “una delle più belle pagine del periodo autunnale della vita di Brahms”.

Il “Notturno” di giovedì sera, realizzato in collaborazione con il Palladio Museum, sarà aperto dal Trio per archi n. 1 di Schubert (Lama al violino, Ruggero alla viola e Lorefice al violoncello), uno dei più celebri lavori incompiuti nella storia della musica. L’autore, nemmeno ventenne, iniziò a comporlo nel 1816, un anno non a caso contrassegnato da grandi indecisioni personali e professionali, e nulla si sa sui motivi che lo indussero ad abbandonarlo dopo aver scritto il suggestivo Allegro d’esordio dalle reminiscenze mozartiane.