Nubifragi da record: vento a 100 Km/h, alberi sradicati, ma vigneti in Valpolicella “salvi”. Allarme dei geologi veneti

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Maltempo e nubifragi
Maltempo e nubifragi

In molti Comuni del Veneto nel pomeriggio di domenica 23 agosto l’Arpav ha registrato temporali molto intensi con grandinate, forti rovesci e forti raffiche di vento. Interessato soprattutto il territorio Veronese, il Vicentino e parte del Padovano con diversi nubifragi e massimi di precipitazione intorno ai 20mm in 5minuti, 30mm/10min, 40mm/15min e 60mm/30min, valori record per alcune località e tra i più intensi registrati in Veneto negli ultimi 30 anni. Raffiche di vento fino a 100 chilometri orari nella città di Verona che hanno sradicato centinaia di alberi nei parchi.

Dopo la forte tempesta che ha colpito pesantemente il territorio veronese domenica i viticoltori di Confagricoltura Verona e Veneto e del Consorzio di tutela Valpolicella doc, segnalano danni ingenti dovuti ai nubifragi, ma limitati per fortuna.

“Grandine e vento hanno sferzato la fascia che va da San Pietro Incariano a Negarine e Pedemonte – spiega Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura – più o meno la zona già colpita violentemente all’inizio di giugno. Stavolta però il raggio si è allargato a Montorio, Ponte Florio e Poiano, nella Bassa Valpantena. Danni molto pesanti, ma limitati a circa il 4 per cento della superficie della denominazione. I pochi che sono stati colpiti, però, rilevano perdite molto importanti e non più recuperabili, visto che mancano pochi giorni alla vendemmia”.

Verona nubifragio

“I cambiamenti climatici – puntualizza sui nubifragi la presidente Tatiana Bartolomei dell’Ordine dei Geologi del Veneto – l’eccessivo consumo del suolo e le conseguenze sul territorio sono, ancora una volta, drammaticamente evidenti. La situazione venutasi a creare ieri ha chiarito che è sempre più urgente la prevenzione sul territorio, la corretta e puntuale gestione geologica. Eventi estremi come quelli accaduti nelle scorse ore richiamano l’urgente necessità di una gestione attenta e virtuosa, in cui la figura del geologo ha un ruolo imprescindibile in quanto tecnico esperto di quelle dinamiche che interagiscono con l’ambiente, con il costruito, con le infrastrutture. Questi episodi mettono inoltre in luce che c’è bisogno assoluto di una nuova visione della governance territoriale e di nuove strategie che prevedano l’aggiornamento delle Pianificazioni vigenti in primis e reali sinergie tra studi, progettazione geologica e progettazione strutturale urbanistica”.

Un’attenta pianificazione territoriale – conclude Bartolomei –  supportata da specifici e puntuali studi geologici, idrogeologici e di compatibilità idraulica, come del resto previsto dalla normativa vigente, contribuiscono in modo sostanziale alla sicurezza e alla sostenibilità economica sia pubblica sia privata e alla prevenzione di danni ingenti come quelli con cui dovremo fare i conti nelle prossime ore”.


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