Caro Direttore, condivido le sue osservazioni (e anche le sue preoccupazioni), sull’ipotesi di una nuova grande banca del nord est nel suo articolo dal titolo “Ricreare nuova grande banca regionale del nord est: un progetto (sogno?) suggestivo che si scontra con i vincoli di… sistema. E i politici?“.
Non possiamo dimenticare che recentemente il territorio Veneto è stato violentato da banchieri che hanno distrutto il risparmio di decine di migliaia di famiglie. E che hanno potuto farlo grazie ad una politica genuflessa, nella migliore delle ipotesi. Ci vorranno decenni perché si possa rimarginare questa ferita.
Berlinguer 30 anni fa diceva che i partiti hanno occupato tutto, banche comprese. Adesso è difficile dire se sono davvero i partiti ad aver occupato le banche o se sono piuttosto alcune di esse a controllare i partiti. Di sicuro esiste uno scellerato conflitto di interessi tra la politica (ai suoi massimi livelli) e il sistema bancario. Giusto per citarne qualcuno, l’attuale Presidente Unicredit (Pier Carlo Padoan, ndr) è stato – guarda caso – Ministro dell’economia (in un paio di governi). Lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi, dopo aver lasciato la direzione generale del Tesoro, è diventato vicepresidente per l’Europa di Goldman Sachs. Analogamente, hanno avuto ruoli politici di primissimo piano e nomine in altrettanti primari istituti finanziari, Domenico Siniscalco, Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Mario Monti, Romano Prodi, Giuliano Amato, Gianni Letta, ecc. ecc.
Difficile dire se le decisioni assunte nei ruoli apicali politici e amministrativi siano state indipendenti dal peso dei rispettivi ruoli da ricoprire, o ricoperti, presso questi grossi istituti finanziari.
Certamente dobbiamo guardare avanti. E’ evidente che più c’è concorrenza tra banche del territorio, più i servizi erogati dal sistema bancario saranno funzionali alle esigenze dei cittadini e degli imprenditori. Ed é anche evidente che oggi di concorrenza ce n’è poca e che la politica, per questo, non è esente da responsabilità.
Dunque sarebbe il benvenuto un nuovo protagonista nel sistema bancario che potesse meglio interpretare esigenze e necessità di un territorio, dei suoi cittadini, delle sue aziende e dei suoi imprenditori? Certamente si, ma non quanto una seria e necessaria legge sul conflitto d’interessi che consenta di porre un freno alle troppe degenerazioni del sistema. Per non trovarci, tra qualche anno, a riscrivere nuovamente la stessa storia.
Come peraltro le sorti di Monte dei Paschi di Siena lasciano intendere: nonostante (secondo gli ultimissimi dati) produca utili, é condannato dalla politica a morte certa per acquisizione da parte di Unicredit, acquisizione peraltro che sarà probabilmente sponsorizzata con fior di miliardi pubblici. Non sarebbe stato meglio, evidentemente, che diventasse il perno per una terza, grande, banca nazionale? Purtroppo, in barba a qualunque valutazione sulla concorrenza, anzi, apparentemente, proprio per abbattere la concorrenza e aiutare così gli amici degli amici (naturalmente a spese di clienti, imprese e cittadini), temo proprio che non sarà così.
Cordialissimi saluti
Enrico Cappelletti
Già senatore M5S e candidato alla presidenza del Veneto nel 2020