Dopo ben cinque anni dall’ultima edizione si è riunita lo scorso 13 dicembre la ‘VI Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità’, con la partecipazione dell’Osservatorio Nazionale Disabilità, di rappresentanti di Governo, esponenti della società civile, docenti universitari e associazioni, e con l’intervento del Presidente del Consiglio – si legge nel comunicato che pubblichiamo di Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) -.
Sulle linee di intervento previste dal PNRR, dalla Legge delega sulla disAbilità e dal Progetto di Vita indipendente, l’attenzione è stata rivolta al mondo dell’istruzione, della cultura, del lavoro, dello sport, del turismo e delle politiche sociali.
Pacifico che le persone con disAbilità meritino una società migliore di quella attuale e che occorra puntare sulla rimozione di ogni barriera, fisica e culturale, per una più equa distribuzione delle opportunità di realizzazione di sé. Verso il superamento di diseguaglianze sociali e fenomeni di emarginazione e verso maggiori autonomia e indipendenza.
Tantissime le proposte e altrettanti i buoni propositi enunciati, in attesa di trovare seguito in azioni concrete.
A nulla servono, però, confronti sporadici. Perché davvero nessuno resti indietro, occorrono costanza e serietà.
Meritocrazia Italia auspica che la discussione avviata abbia presto fattivo riscontro in interventi mirati, per le vie di un agire fatto di maggiore partecipazione e di una nuova forma di inclusione non retta da logiche assistenzialiste, ma da progettualità universali e lungimiranti.
Assicurare continuità all’impegno a beneficio delle diverse abilità è essenziale. Essenziale è anche avere costantemente sotto controllo il progressivo mutamento delle esigenze, in relazione all’andamento della qualità della vita sociale. Per questo, Meritocrazia propone alcune modifiche all’articolazione della l. 21 maggio 1998, n. 162, concernente «misure di sostegno in favore di persone con handicap grave», suggerendo che la conferenza nazionale sulle politiche dell’handicap sia convocata con cadenza annuale (e non più triennale).