Sembrava che Otello Dalla Rosa dovesse diventare il capo dell’opposizione al sindaco Francesco Rucco e alla sua Giunta. Dobbiamo constatare invece che tre sono i capi dell’Opposizione. Ciro Asproso, Raffaele Colombara e Giovanni Rolando, che, attivissimi, quasi quotidianamente ora l’uno ora l’altro attraverso i mass media intervengono per criticare questo o quel provvedimento o anche solo l’ipotesi di una delibera della attuale amministrazione Comunale. certo costoro interpretano il ruolo dell’opposizione come quello di essere “contrari” per definizione a quanto non da loro pensato.
Una posizione che sembra non preconcetta, perché prendono di mira un provvedimento, ma in realtà è addirittura a priori, ovvero tutto quello che è dall’altra parte, è negativo per sua stessa natura.
Un modo di fare opposizione che è ormai datato, vecchio e stantio pure, perché oggi si richiede ben altro, una autentica partecipazione e proposizione per il bene civile di un Comune. Ma credo non ne siano capaci, per ideologia e storia. Fa specie che mai costoro abbiano trovato alcunché da dire alla precedente amministrazione, come se in precedenza tutto fosse rosa.
Ma se i tre Consiglieri comunali interpretano così il loro mandato, quello che stupisce è che il capo dell’opposizione rimanga silente, forse aspetta che nel suo partito, quello Democratico, si determini una vera linea. Si sa che in molti vorrebbero dettare la linea al Partito: Achille Variati, che aspira all’Europa, Alessandra Moretti che spera di essere ricandidata alla Regione, Daniela Sbrollini che intende avere un ruolo anche in città e poi i giovani: Isabella Sala che tanto si è spesa per Otello Dalla Rosa, Giacomo Possamai che ha iniziato di nuovo a partecipare alla vita politica e altri ancora. Ma su tutta la sinistra incombe, e a Vicenza da sempre, ci si ricordi di come fu defenestrato Luca Romano, una visione all’antica, quella dei “puri e duri” che trovano la loro ragion d’essere nella lotta, come dimostrato nella recente manifestazione contro Israele, con la partecipazione purtroppo di Pax Christi, e nel trovare sempre è comunque un avversario.
La partecipazione alla vita politica sta scemando in Italia, i dati dell’affluenza alle urne lo attestano, quale la ragione? Forse proprio il vecchio ed usato modo di fare politica. Oggi urge un cambiamento, che è nella vera visione della città (polis) ossia la convergenza di tutti con le differenti idee verso quel bene civile che è per tutti. Il grande filosofo Antonio Rosmini a proposito dell’unità d’Italia per la quale si adoperò ben consapevole della tante differenze professava, appunto, “l’unità nelle differenze“. Perché ciò che è importante è l’operare bene per il bene della società con un autentico concorso di idee e di proposte, talora sottolineate con qualche ironia o facezia, ma di cui sempre si comprenda l’intento e con l’amministrazione che ascolti e provveda, non facendo finta di nulla come è accaduto per dieci anni per la Biblioteca Bertoliana o dal 2014 per le scritte sulla scale della Basilica Palladiana, invocando che ci vuole il permesso della Sovrintendenza, che forse mai è stato chiesto.
Magari Otello Dalla Rosa sta proprio pensando ad un dialogo autentico con l’Amministrazione e per questo tace e lascia fare ad altri l’antico modo di opporsi…