Sull’apertura di nuovi insediamenti commerciali non c’è nessuna “libertà illimitata” degli operatori del settore: i Comuni possono infatti esercitare un controllo e imporre dei limiti a tutela dell’interesse generale della collettività. Lo ribadisce – in un comunicato – Confcommercio Vicenza in una lettera inviata a tutti i sindaci della provincia, a firma del presidente Sergio Rebecca e del direttore Ernesto Boschiero.
Partendo dall’analisi di una recente sentenza del Consiglio di Stato – che ha confermato il pronunciamento del Tar del Veneto sulla normativa regionale in materia di “politiche per lo sviluppo del sistema commerciale” (L.R. 20/2012) – l’Associazione di categoria ribadisce i poteri dei Comuni nel limitare il diffondersi di medie e grandi strutture di vendita.
Il presidente Sergio Rebecca spiega così le motivazioni che hanno spinto la Confcommercio provinciale a prendere posizione: “Nel Vicentino c’è un proliferare di nuovi supermercati, in troppi casi aperti senza che vi sia un’analisi sull’effettivo impatto che questi hanno sull’ambiente e sul tessuto urbanistico-commerciale. Spesso basta il pagamento di una rotatoria o di qualche altro “desiderata” delle Amministrazioni e si accende il “semaforo verde”. Quando interveniamo per far notare l’incongruenza di certe scelte i sindaci e gli assessori competenti affermano a volte di non avere poteri limitativi. La verità e ben diversa – incalza il presidente Rebecca – e con questa lettera vogliamo mettere bene in chiaro che intervenire si può e si deve”.
Nella missiva spedita ai Comuni, Confcommercio Vicenza ha allegato un’analisi della sentenza del Consiglio di Stato che in 6 pagine di approfondimento tecnico evidenzia quali siano i poteri degli enti locali per una reale pianificazione urbanistico-commerciale.
In sostanza, spiegano in Confcommercio, la sentenza “smonta” l’assunto che non si possano mettere limiti agli insediamenti commerciali, ribadendo invece che le Amministrazioni hanno la possibilità intervenire per tutelare “valori” quali la tutela dell’ambiente, la lotta al degrado urbano, il divieto di consumo del suolo, la sostenibilità economica e sociale del sistema commerciale, il rafforzamento del servizio di prossimità e il pluralismo delle forme distributive.
Imporre una regolamentazione che rispetti questi criteri, sostiene il Consiglio di Stato, non lede la concorrenza e dunque, ribadisce Confcommercio Vicenza, “l’intervento regolamentare deve considerarsi legittimo”. E questo per tutte le strutture: sia quelle “medie” (in particolare dai 1.500 metri quadrati in su), sia quelle “grandi” (dai 2.500 metri quadrati). Non solo, Confcommercio Vicenza sottolinea come la sentenza del Consiglio di Stato permetta anche di prevedere “aree interdette agli esercizi commerciali, ovvero limitazioni di aree dove possano insediarsi attività produttive e commerciali”.
L’Associazione non si limita a fornire ai Comuni le indicazioni che consentono di tornare ad avere un reale “controllo” dello sviluppo urbanistico commerciale del territorio, ma intende offrire anche il proprio supporto: “Non ci interessa semplicemente dire ai Comuni “gli strumenti ci sono, utilizzateli” – afferma il presidente Sergio Rebecca -. Al contrario: stiamo offrendo alle Amministrazioni la nostra piena collaborazione nell’individuazione di strumenti di programmazione coerenti con i criteri evidenziati nella sentenza del Consiglio di Stato. Non ci sono più alibi: chi davvero ha a cuore la tutela del fondamentale servizio reso dagli esercizi di vicinato è legittimato ad agire: la discriminante, a questo punto, è se si vuole, o meno, fare gli interessi dei cittadini”.