La questione – scrive Raffaele Colombara, Lista ?Quartieri al Centro? Consiglio Comunale di Vicenza – sulla quale molto si sta dibattendo in questo periodo, e cioè l’apertura di nuovi supermercati, con annesse opere viabilistiche, rotatorie in primis, è nella maggior parte dei casi affrontato come tema viabilistico e commerciale. Credo che se invece non lo affrontiamo complessivamente, considerando le specificità delle aree e le esigenze reali dei cittadini, non riusciamo a dare una risposta che valga per il futuro della nostra città.
Perché una rotatoria, o una strada, se non sappiamo dove porta? Perché un nuovo supermercato, se non conosciamo lo sviluppo di quell?area? Lasciamo le previsioni agli uffici studi e marketing della Grande Distribuzione ?
Possiamo vivere di opere compensative? Una rotatoria in cambio di un supermercato?
Lo sviluppo è fatto di pianificazione: ci vuole competenza ? e non la vendono al supermercato.
E? stata fatta una campagna elettorale sul ?cambiamento?, sul ?tutto male quello che c?era?: bene, quali sono le idee?
Perché qui sta la vera domanda: ha oggi l’Amministrazione le competenze e la volontà di affrontare la questione dal punto di vista che le dovrebbe essere più proprio, quello urbanistico? Come si intende pensare a come sarà nei prossimi anni la nostra città, questa parte di città?
Non certo attraverso interventi che rischiano di rispondere solo ai legittimi interessi di chi li propone, ma non a quelli della città: rischiano di non essere inseriti in una progettazione complessiva. Si pensa troppo al quotidiano, senza un occhio al futuro.
Perché, è bene ricordarlo, nel frattempo è in atto in Europa una battaglia tra catene della Grande Distribuzione che si combatte a colpi di aperture di supermercati, come una decina di anni fa con gli sportelli bancari: ma quando finirà, non rischiamo di trovarci con una serie di scatoloni vuoti piantati nel mezzo dei quartieri?
C’è poi una particolarità che riguarda l?area di cui ci occupiamo, che potremmo definire la porta ovest della città, che è data dalla complessità e dalla fragilità che la contraddistingue, caratterizzata da molta proprietà pubblica, un forte carico viabilistico con gravi problemi di traffico, le previsioni di trasformazione legate alla TAV/TAC che modificheranno l?area.
Diciamocelo: oggi l’area, per come è pianificata nel PAT, necessita di un nuovo disegno che tenga conto delle mutate esigenze del territorio e delle dinamiche sociali e demografiche in atto.
E’ impensabile oggi utilizzare tali aree per pensare di “fare cassa”, anche se i proprietari sono prevalentemente pubblici, così come risultano improponibili le pianificazioni del 1988 (VALLE) e 2003 (PIRUEA FERROTRANVIE); oramai datato e superato è anche l’orientamento che il Consiglio Comunale ha approvato nel 2012, anno in cui a mio avviso più che aprirsi una nuova visione della città si è chiuso il ciclo delle vecchie visioni.
In tale ottica pensare oggi di realizzare una importante e nuova superficie di vendita di migliaia di mq su una arteria che già offre moltissimo in termini di strutture commerciali e medie strutture di vendita è assolutamente improponibile: non si ravvede minimamente la necessità di aggiungerne altre. Con il rischio di dare un colpo definitivo alle attività di vicinato che tengono viva l’identità dei quartieri. Ritengo quindi improcrastinabile la necessità di dare inizio ad una nuova pianificazione urbanistica della zona che potremmo chiamare “ingresso ovest” che, tenendo conto dell’esistente, recuperi standard di vivibilità e di qualità dell’edificato lungo l’asse di viale Verona – San Lazzaro, oggi assolutamente carenti.
Il ragionamento urbanistico deve partire dalla necessità di realizzare una nuova centralità (piazza, servizi, aree verdi, ciclabilità, asse del trasporto pubblico) che riqualifichi l’abitato.
Il che non esclude la realizzazione di nuovi edifici, ma li vede inseriti in una pianificazione complessiva di riqualificazione e recupero, di rivitalizzazione di questi quartieri.
Farsi carico delle istanze di chi abita lungo l?asse San Felice – San Lazzaro significa essere coscienti che serve una proposta nuova incentrata su una più adeguata pianificazione dell’area ex PP5.
Lo spazio, le condizioni, l’opportunità per ridisegnare l’ingresso ovest della città ci sono. Serve ora la volontà politica.
Non ha senso né nell’area ex Beltrame, né nell’area PIVA-GOMME rincorrere modesti interventi di rotatoria, ma serve invece il coraggio di ripensare la progettazione urbanistica complessiva. Mi farò quindi promotore di una petizione per coinvolgere i cittadini, partire dalle esigenze e dai bisogni di chi lì abita e chiedere all?Amministrazione di ripensare all?area ovest come un?opportunità.