Collegato al Piano strategico del Turismo, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 luglio, vi è un disegno di legge sulla «Disciplina della professione di guida turistica».
Si tratta di una innovazione che si accoglie con favore.
L’obiettivo, apprezzabile, è quello di «creare un ordinamento professionale univoco delle guide turistiche, regolamentandone i principi fondamentali e definendo uno standard omogeneo dei livelli della prestazione per tutto il territorio nazionale».
L’albo delle guide comporta una valutazione e un riconoscimento delle competenze e riduce il fenomeno dell’abusivismo. Ci sarà una disciplina transitoria per chi già opera, ma poi si accederà previo esame. Chi lo supera verrà inserito in elenco nazionale delle guide turistiche, e solo allora sarà abilitato alla professione.
Meritocrazia Italia, che accoglie con favore la riforma, propone che tra i requisiti di superamento dell’esame siano introdotte competenze relative all’identità territoriale (storia e cultura), alla conoscenza integrata degli attori locali e delle loro abilità e risorse, agli aspetti economici, ambientali e sociali e alle relazioni tra loro.
Non ultimo, migliore regolazione meriterebbe anche un’altra importante figura professionale; sempre più richiesta è la figura del destination manager, che si occupa della promozione e del rilancio turistico di un dato territorio e tra le cui competenze c’è la capacità di progettare in modo sostenibile per costruire la destinazione turistica a misura d’uomo valorizzata da indicatori di benessere durevole.
Stop war.