Offese di Formaggio a comunità Lgbtq+, Baldin (M5S): “Dalla Giunta Zaia mi aspettavo una censura più netta”

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Erika Baldin

Oggi la Giunta Zaia ha finalmente risposto alla mia interrogazione sulle offese nei confronti della comunità Lgbtq+ pronunciate da Joe Formaggio in Consiglio regionale del Veneto lo scorso gennaio, durante la discussione della mozione ‘Veneto Pride’ di cui ero la prima firmataria.

L’amministrazione regionale dichiara di rifarsi ai principi del diritto costituzionale e internazionale ‘ispirati al rispetto di ogni forma di libertà’, ed in particolare a quelli contenuti nella Carta di Nizza che vieta ogni discriminazione fondata sull’orientamento sessuale: parole che implicitamente segnano un solco rispetto alle dichiarazioni oscurantiste di Joe Formaggio. Ma nessuna censura esplicita nei confronti del consigliere di Fratelli d’Italia”. Così la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, capogruppo dei pentastellati a Palazzo Ferro Fini.

“Ho presentato questa interrogazione – spiega la consigliera – dopo la seduta dello scorso 10 gennaio che aveva visto la bocciatura della mozione ‘Veneto Pride’, che chiedeva alla Regione di partecipare in veste ufficiale ad ogni marcia arcobaleno nelle città venete.

In quell’occasione il consigliere Joe Formaggio ha pronunciato in Aula alcune dichiarazioni squalificanti sia per l’istituzione regionale, che per l’argomento trattato. Con la mia interrogazione intendevo sollecitare la Giunta regionale a prendere le distanze da quell’intervento, che giudico irricevibile nella forma e nei contenuti. Il fatto che la Regione rispetti l’ordinamento nazionale ed europeo non può che rassicurarci, ma nella mia interrogazione chiedevo una presa di posizione più netta rispetto a quanto dichiarato da Joe Formaggio in Aula: spiace quindi che la Giunta regionale abbia perso l’occasione di esprimersi in modo chiaro e netto, pur dando atto delle recenti aperture da parte di Zaia sui diritti civili.

Lo scorso venerdì ho espresso la mia solidarietà al Presidente dopo gli attacchi nella notte da parte di Casapound, che contesta il nuovo centro di riferimento regionale per la disforia di genere. Penso anche al sindaco Conte di Treviso che trascrive i figli delle coppie gay e dice di non vederci nulla di scandaloso. Credo però che dalle manifestazioni del fine settimana, con i diecimila di Milano e le centinaia di cittadini scesi in piazza a Padova, arrivi un messaggio forte che non può essere ignorato. Alla Lega di Zaia e Conte chiedo più coerenza e un maggiore coraggio. Per il prossimo giugno, mese dell’orgoglio arcobaleno, il Veneto faccia come altre Regioni e conceda il patrocinio alle marce del Pride: in quelle piazze il presidente Zaia troverà tante e tanti cittadini veneti”, conclude Baldin.