Oggi, 22 agosto, 12mo anniversario tragedia di “Falco”. Zaia: dolore per questi eroi non si affievolisce, è scolpito nelle montagne e nel cuore”

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Tragedia di Falco
Tragedia di Falco
“Dario, Fabrizio, Marco e Stefano sono nomi rimasti scolpiti per sempre nella roccia delle nostre Dolomiti e nel nostro cuore. Oggi (domenica 22 agosto) ricorrono dodici anni dal loro generoso ed eroico sacrificio. Un lasso di tempo che non ha stemperato l’impressione e il dolore di quella tragedia; ogni volta che le pale di un elicottero rompono il silenzio della nostra montagna, il pensiero va a loro, alla loro sconfinata generosità e alla loro sfortunata ultima missione”.

Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto, nel dodicesimo anniversario, ricorda le vittime della tragedia del 22 agosto 2009, quando morirono in un incidente i quattro componenti dell’equipaggio di “Falco”, l’elicottero del Soccorso Alpino e del Suem 118, precipitato sul Rio Gere, durante una missione nei pressi di Cortina d’Ampezzo.

“Ancora una volta – prosegue il Governatore – in questo triste anniversario ci stringiamo alle famiglie degli eroi di Falco e a quelle di tutti coloro che in servizio col Soccorso Alpino, le Forze dell’Ordine, le Forze armate, il SUEM 118, la Protezione Civile, i Vigili del Fuoco, hanno perso la vita per soccorrere le persone in difficoltà. Le lacrime di queste famiglie meritano rispetto e una considerazione non soltanto di circostanza. Dal loro dolore ci giunge il monito che i primi a dover tutelare i soccorritori siamo noi con comportamenti responsabili che non richiedano ad altri di dover mettere a repentaglio la loro vita per intervenire in nostro soccorso. Troppo spesso la cronaca ci racconta di sprovveduti e incoscienti che affrontano la montagna senza attrezzature ed esperienza adeguate, magari in ciabattine. Il ricordo di questa tragedia insegni a tutti che la montagna non è un parco giochi e con la vita non si scherza”.

“Domani è il giorno del ricordo e del dolore – conclude il Presidente -. Ma è anche l’occasione per esprimere l’orgoglio che questa terra prova di fronte a tutti coloro che ogni giorno senza clamore compiono un lavoro difficile e rischioso, con passione e professionalità, ben sapendo che potrebbe essere anche fatale”.