Nel solito giro in questura di Vicenza (clicca Questura News per quelle da noi riprese), che da un po’ di tempo stiamo (ri)facendo anche noi per capire se Vicenza, a parte, ad esempio, le sacche di eccellenza ben note dei vertici della fu banca Popolare, di chi ha svenduto la Fiera e di chi ogni giorno pianta mattoni al posto del verde a qualche centimetro da due fiumi, è per il resto veramente la città di frontiera selvaggia, che parte dei media ci dipingono “ogni altro giorno” come in mano a bande di scippatori (non di azioni azzerate) e drogati (non di potere) ovviamente stranieri e, se possibile, di colore e mussulmani.
Sì perché le forze di Polizia fanno, e bene, il loro lavoro quotidiano ma è dramma da carenza di argomenti per titoli in prima se gli agenti del 113 non beccano almeno un ubriaco tunisino (quello di ieri, identificato poi come Samo Ouini, ora è stato tradotto al CPR, Centro di permanenza per il rimpatrio, di Torino prima della possibile espulsione, per la cui attuazione con i relativi accertamenti il decreto Salvini prevede sei mesi) e se non accorrono alla chiamata della settantunenne che nella zona del Mercato Nuovo è stata scippata, da un 15-16enne con cappuccio, della borsa, poi ritrovata da una coppia di fidanzati in viale Verona, senza che la donna abbia saputo dire, sulle prime e prima della denuncia, se mancasse o meno qualcosa.
Noi inesperti, lo confessiamo, di nera, questa notizia ieri neanche l’avevamo riportata per scrivere di inchieste e, forse anche, fattacci, quelli che, magari, “costringono” le eccellenze alla Gianni Zonin, alla Luca Zaia etc. a portare noi in tribunale perché ci permettiamo di raccontarli e di farci venire dei dubbi da trasmettere ai nostri lettori su ben altri scippi e ben peggiori droghe.
Se la cronaca, a scanso di equivoci, deve, però, avere i suoi giusti spazi per i lettori a cui ci si rivolge, oggi l’assenza nel giro in questura di furti e sniffate all’aperto (quelle al chiuso delle case per bene rimangono sempre rispettate se non rispettabili) ha lasciato al dirigente lo spazio per raccontarci un incidente, l’ennesimo, sul lavoro e a noi dà l’opportunità di ricordare ai lettori, quelli a cui ci rivolgiamo noi, che oggi sempre di più il lavoro comporta rischi per la incolumità che fanno, però, poco notizia.
Se hanno colpito i 43 morti del ponte Morandi quanti titoli hanno “guadagnato” sui media locali le 713 vittime sul lavoro nei primi otto mesi del 2018 aumentate del 4,5% rispetto alle 682 nei primi otto mesi del 2017 con il Veneto a guidare al classifica di questo triste incremento con, a fine agosto 2018, 20 infortuni mortali in più del 2017?
E come e più delle morti crescono gli incidenti come quello riferitoci oggi in questura che lo ha fatto in supporto all’organo competente che è lo Spisal.
Stanotte, infatti, alle 2.30 presso la Ferretto Group, reparto profilatura e verniciatura, un operaio algerino di 50 anni, che addestrava un gambiano ventitreenne con un contratto interinale a tempo determinato per tre mesi, è rimasto con il guanto impigliato in un macchinario con una ventina di rulli fermo ma che si è messo improvvisamente in moto.
Trasportato dal Suem al S. Bortolo all’operaio veniva amputato il quarto dito e parzialemente il secondo della mano sinistra.
Mentre rimaneva illeso il lavoratore interinale partivano le procedure di accertamento della dinamica dei fatti e delle eventuali responsabilità.
Detto questo, e chissà che domani non ci leggiamo qualche titolo con adeguate analisi sulla carta stampata, oltre alla normale e assidua opera di controllo e prevenzione della Polizia di Stato, che riduce prevenendoli i crimini, l’altro fatto segnalato è l’identificazione ieri verso le 8.30 ai giardini Salvi di V. G., un habitué, lui sì, delle cronache che dipingono questa città come un covo affollato di delinquenti che non possono che allontanare turisti e abitanti checché provino a fare mostre ed eventi benemeriti.