Olimpiadi Cortina, Guarda (EV): “Dalla Corte dei Conti un monito chiaro, il Presidente Zaia relazioni in aula”

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Cristina Guarda

Olimpiadi Cortina 2026: “Dubbi su sostenibilità finanziaria del progetto, complessità della macchina organizzativa e reale impatto ambientale: questi i tre anelli deboli”.

La Consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) ribadisce le critiche al progetto alla luce della relazione della Corte dei Conti riguardante il giudizio di parificazione rendiconto 2021 della Regione. In particolare la consigliera dei Verdi ribadisce l’esigenza di una specifica relazione del Presidente Zaia in Consiglio regionale.

“Le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 rischiano di avere pesantissime conseguenze, anche sul fronte delle risorse pubbliche impiegate -spiega Guarda- e partendo da questo presupposto il Consiglio regionale non può essere confinato a un ruolo di mero spettatore. In particolare le conferenze stampa non possono sostituirsi al ruolo che le Istituzioni sono chiamate a svolgere. Dalla Corte dei Conti è giunto un monito, che pesa come un macigno, sul rischio di non trovare sponsor necessari a ricoprire i costi del progetto, sugli effetti dei ritardi e dei costi evidentemente sottovalutati. Ma altrettanto interessante è l’ammonimento a un rispetto della fragilità della location chiamata a ospitare l’evento.

Già la scorsa settimana presentai una interrogazione per chiedere lumi su indiscrezioni rispetto ai reali costi di realizzazione della faraonica pista da bob a Cortina e sull’utilizzo di ammoniaca nel processo di mantenimento di questa infrastruttura. Viste le questioni poste dalla Corte dei Conti è necessario un confronto in aula. In questi giorni abbiamo dovuto constatare quanto le nostre montagne patiscano gli effetti del cambiamento climatico, ritengo sia sbagliato porle ulteriormente sotto stress realizzando infrastrutture che rischiano di risultare micidiali dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Con i fondi necessari alla realizzazione della sola pista da bob potremmo mettere in sicurezza tutte le montagne venete consentendo un effettivo recupero del territorio che non si limita al singolo evento, invece ancora una volta l’ambizione politica rischia di prevale sul bene comune e sulla tutela di un territorio che rischia di perire sotto cemento e metalli.”