Sono sempre più gli italiani che, a causa dei prezzi troppo alti, rinuncia a comprare olio extravergine di oliva. Un allarme non indifferente in un Paese in cui questo prodotto è da sempre una colonna portante dell’alimentazione. Si ricorre sempre più ad altri tipi di olio, ovviamente per avere prodotti accessibili alle economie dei cittadini sempre più sotto pressione per l’aumento generale del costo della vita.
Di questo aspetto si occupa oggi Il Sole 24 Ore riportando un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli, che ha intervistato un campione di italiani. I dati verranno presentati domani a Bitonto, nell’ambito del seminario di Cibus Lab dedicato all’olio d’oliva e co-organizzato da Cibus di Parma.
“Secondo gli autori dell’indagine – si legge -, sul mercato dell’oro giallo si è abbattuta una tempesta perfetta, peraltro non circoscritta ai confini della penisola. La crisi climatica che ha portato a una diminuzione della produzione mondiale di olio d’oliva ha colpito duro soprattutto in Spagna, i cui produttori sono stati a lungo in grado di inondare il mercato con bottiglie d’olio a prezzi competitivi. Tutto questo non si è però potuto ripetere nel 2023, quando il drastico calo della produzione spagnola ha portato alla carenza di prodotto sul mercato e al conseguente raddoppio del costo medio al litro sugli scaffali della grande distribuzione. Da qui l’allontanamento dei consumatori.
Lo studio evidenzia che il prezzo è passato da 4 a 9 euro a bottiglia, modificando le abitudini d’acquisto di circa il 30% dei consumatori. Quasi la metà delle persone intervistate ha detto di aver diminuito il consumo di olio extravergine e il 40% di averlo dimezzato. L’alternativa è quindi, per molti consumatori, il passaggio all’olio di semi, il 45% del campione: molti solo per cucinare, alcuni anche per condire.
“Secondo l’Istituto Piepoli – ancora il quotidiano economico -, questa fuga dall’olio avrà delle conseguenze durature e potrebbe portare a una riduzione stabile dei consumi anche del 40%: «In Italia – spiega Sara Merigo, ad dell’Istituto – l’olio è da sempre un prodotto largamente consumato dai cittadini e la riduzione dei consumi da un lato, unita alla trasformazione delle abitudini dall’altro, inciderà su lungo periodo su un comparto che rappresenta una vera eccellenza italiana».
I consumatori, insomma, sono sempre più attenti alla variabile prezzo: rispetto ai 3 o 4 euro a bottiglia in offerta negli anni passati, sono consapevoli di non poter più pagare un prezzo così basso. Ma alla domanda su quale debba essere il giusto costo di una buona bottiglia di extravergine made in Italy, la metà degli intervistati risponde 7 euro“.
Fonte: Il Sole 24 Ore