Si prospetta un?annata di riscossa – scrive in un comunicato Confagricoltura Veneto – per le olive padovane e veronesi, dopo un 2017 che ha segnato grandi perdite di prodotto a causa delle gelate e della siccità straordinaria. Le piante nel Veronese, nel Basso Padovano e sui Colli Euganei quest?anno sono invece cariche di prodotto e si prevede una raccolta anticipata grazie al meteo favorevole.
?Quest?anno contiamo di recuperare nelle zone del Veronese e del Padovano quello che si è perso lo scorso anno, quando il fenomeno dei disseccamenti delle infiorescenze e di cascola delle olive appena allegate causò la perdita di quasi tutte le olive nell?areale padovano e del Grappa ? spiega Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto -. Il clima è stato favorevole, a parte qualche grandinata che ha causato danni a macchia di leopardo. C?è stata anche molta umidità tra giugno e luglio che ha inciso sulla presenza della mosca dell?olivo, ma i bollettini puntuali diramati dall?Aipo, l?associazione interregionale dei produttori olivicoli, ha consentito di difendersi tempestivamente dagli attacchi. Sarebbe stata un?annata eccellente, se non fosse per elementi di criticità legati a fitopatie non bene identificate, che hanno causato episodi di cascola pari a un 15-20% nel Veronese e nel Padovano, ma fino al 40% nel Vicentino e nel Trevigiano. Su questi microorganismi patogeni chiediamo una risposta più rapida da parte degli enti, dall?Università di Padova alla Regione?.
La superficie coltivata a olivo in Veneto, secondo i dati di Veneto Agricoltura, è leggermente cresciuta (4.980 ettari, +0,4%), in virtù dell?entrata in produzione degli impianti messi a coltura negli anni precedenti. Verona si mantiene stabile con 3.530 ettari e concentra circa il 70% delle superfici regionali, così come Vicenza (560 ettari), mentre Treviso (465 ettari) e Padova (415 ettari), fanno segnare dei leggeri incrementi: + 3,3% la Marca, + 1,2% la città del Santo.
Secondo le stime di Aipo, quest?anno la raccolta regionale arriverà a 160.000 quintali di olive, quasi il 35% in più rispetto all?anno scorso. Spiega il direttore di Aipo, Enzo Gambin: ?Sarebbe stata un?annata eccezionale, ma gli attacchi funginei hanno causato perdita di prodotto. È andata molto meglio, comunque, rispetto al resto d?Italia, dove la resa quantitativa è scarsa a causa delle basse temperature primaverili e delle patologie. Da sottolineare che gli olivicoltori del Nordest sono cresciuti molto nell?attenzione e nella cura delle piante, riducendo il rischio di attacchi anche della mosca, che diventa insidiosa con l?aumento dell?umidità. Infine, va rimarcato l?importante ruolo che sta rivestendo la sinergia tra olivicoltura e turismo, che stimola i turisti a visitare le colline e ad acquistare i nostri oli dop?.