Omicidio Ciatti, Aduc: Consiglio comunale di Firenze avvelena i pozzi della conoscenza

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Il Consiglio Comunale di Firenze ha chiesto (1) “spiegazioni” alla Ministra della Giustizia sulla scarcerazione di uno degli ‘”assassini” di Ciatti mostrando sgomento stante la certezza della prova. Va bene il diritto ma così è troppo questa la sintesi del pensiero espresso – afferma nel comunicato che pubblichiamo Elisabetta Bavasso, legale, consulente  Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

Intanto nell’articolo l’imputato viene definito “uno degli assassini del Ciatti”, in dispregio e violazione dell’ultima riforma che con grande retorica è stata presentata e rispetto alla quale molti PM e molta stampa hanno lamentato il solito bavaglio.

A quanto pare non se ne curano molto.

Il Consiglio Comunale chiede alla Ministra spiegazioni che sono contenute nel provvedimento della Corte d’Appello (1) ( l’imputato non poteva essere arrestato poiché al momento della emanazione del provvedimento di arresto non si trovava in Italia e quindi quel provvedimento non poteva essere emanato). Se questa norma esiste e se la Corte d’Appello di Roma l’ha correttamente interpretata Bissoultanov non “poteva”, quindi non “doveva”, essere arrestato, quindi, ciò appurato e deciso “non può essere trattenuto in carcere” quindi “deve” essere scarcerato.

Cosa altro di diverso potrebbe dire la Ministra in risposta alla domanda del Consiglio Comunale di Firenze?

Non sfugga il fatto che queste norme attengono ai rapporti tra stati i quali ci tengono alla propria sovranità, i quali tutelano i propri cittadini a volte oltre la ragionevolezza in nome di una sovranità nazionale non sostituita dal senso della integrazione degli ordinamenti che chi scrive propugna da decenni, ma che ancora da troppa parte politica direttamente o indirettamente è ostacolata.

Ma la prova è certa affermerebbe Luca Milani, presidente del consiglio comunale, e molti con lui. Già questa affermazione fa venire la pelle d’oca a chi ha un briciolo di cultura del diritto visto che a quanto pare la prova che Milani avrebbe visto sarebbe un video trasmesso in TV dai notiziari.

Qui nessuno vuole celebrare il processo attraverso gli articoli di giornale e neppure stiamo parlando di innocenza o colpevolezza, ce ne guarderemmo bene, qui si risponde alla domanda come mai in attesa del giudizio l’imputato è stato scarcerato quando il provvedimento della Corte d’Appello che dice che è stato scarcerato perché non poteva.. doveva… essere incarcerato, quasi da definire tautologico.

Che senso dare allo “smarrimento” del Consiglio Comunale: non capiscono le parole della lingua italiana, non credo, spero di no, quindi peggio, perchè all’ignoranza si potrebbe rimediare ma dalla manipolazione ci si difende peggio.

Non dovremmo avere norme di tal genere, lo dicano! dicano che non ci devono essere regole, procedure e limiti nell’esercizio del potere della magistratura di  arrestare le persone quando “lo ha detto la televisione” che uno è colpevole.

Il Consiglio Comunale avvelena i pozzi della conoscenza che è l’unico strumento per la creazione di una coscienza libera, proseguendo in questo l’opera del Sindaco.

E’ molto grave che le istituzioni pongano i cittadini in una condizione di smarrimento sostenendo che non sono chiare le motivazioni di una decisione giudiziaria, quindi istituzionale, in un caso in cui, al contrario, sono chiare. La corte non ha dato un giudizio di merito, quindi discrezionale sulla responsabilità penale dell’imputato, ma sul potere di arresto.

Per chiarezza alla Corte di Cassazione può essere fatta richiesta di giudizio sulla legittimità dell’interpretazione della norma da parte della Corte d’Appello,  è evidente che le probabilità che l’imputato si sottragga ad eventuale successivo legittimo arresto sono molte.

Ma questo è il diritto, va detto, non si può barattare contro una giustizia “fai da te”.

Dalle istituzioni ci aspettiamo che guidino i cittadini a capire, e ad accettare quando le conseguenze sono oggettivamente difficili da digerire, semmai operare per la modifica di norme che si ritengano inadeguate.

Qui un nostro precedente intervento: https://www.aduc.it/articolo/omicidio+ciatti+accusati+non+poteva+essere_33791.php

1 – https://www.comune.fi.it/comunicati-stampa/caso-niccolo-ciatti-luca-milani-presidente-consiglio-comunale-chiediamo

Elisabetta Bavasso, legale, consulente