Omicidio di Maser, i Coordinamenti Donne Cgil e Spi Veneto: “Femminicidio a tutti gli effetti”

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Violenza contro le donne e donne uccise, la marcia silenziosa a Vicenza
Violenza contro le donne, la marcia silenziosa ha attraversato il centro di Vicenza

L’omicidio di Maser lascia tutti sgomenti – è scritto in un comunicato dei Coordinamenti Donne Cgil e Spi Cgil Veneto – e, soprattutto, ci interroga sulle motivazioni profonde che hanno spinto un uomo a uccidere la propria moglie, dimessa dall’ospedale in una condizione gravissima di non autosufficienza. È un gesto di responsabilità e di amore estremo, come dichiara lo stesso omicida? Un gesto di pietà come sostengono molti concittadini? 

Per noi dei Coordinamenti Donne Cgil e Spi Cgil del Veneto, è un femminicidio a tutti gli effetti. Non ci sono attenuanti. C’è un marito, cioè un uomo, che uccide una moglie, una donna, agendo così il ruolo archetipo di pater familias, sentendosi in diritto di decidere delle sorti della compagna.  

Vengono etichettati come femminicidi “compassionevoli”, omicidi che coinvolgono coniugi anziani che convivono con gravi forme di non autosufficienza. Drammi che abbiamo solo iniziato a indagare anche con la recente ricerca sulla violenza contro le donne anziane nella nostra regione, promossa dallo Spi Cgil Veneto. 

Ci preme però sottolineare anche l’altro aspetto che questo drammatico caso mette in luce: l’inadeguatezza del Sistema socio-sanitario regionale ad affrontare situazioni di non autosufficienza in cui spesso le famiglie sono lasciate sole. Manca una valutazione approfondita del contesto familiare, con una verifica della reale possibilità della presa in carico e delle capacità emotive, psicologiche e relazionali dei familiari che si trovano ad affrontare una tale situazione. 

L’offerta della rete dei servizi non è chiara, i familiari non vengono adeguatamente informati, né supportati nelle loro esigenze immediate.  

Ci vuole un vero e proprio Patto sociale con le famiglie. 

In una società che invecchia sempre di più e in cui le cronicità e le non autosufficienze sono sempre più frequenti, va ripensata tutta la filiera dell’assistenza. Se è giusto che le persone restino il più possibile a casa propria, è altrettanto giusto e necessario garantire le condizioni affinché ciò avvenga in sicurezza e agio. 

Questo è quello che continueremo a chiedere con forza per le cittadine e i cittadini di ogni età che rappresentiamo.