Un altro piccolo passo avanti. All’indomani dell’annuncio della prossima Opa su Cattolica Assicurazioni targata Generali il titolo della compagnia, che già alla vigilia aveva strappato al rialzo, ha chiuso le contrattazioni con un progresso dello 0,43% a 7 euro. Variazione minima ma che rappresenta il segnale inequivocabile che Piazza Affari crede che i 6,75 euro messi sul piatto da Trieste potrebbero essere oggetto di un ritocco. A tal proposito, un tassello chiave sarà l’esito dell’esame dell’offerta avviato ieri dal consiglio di amministrazione di Cattolica. Secondo quanto appreso, gli uomini del board della compagnia avrebbero tenuto, ad appena 24 ore dal lancio dell’Opa, una prima riunione ancora del tutto preliminare volta tuttavia ad avviare l’iter per la valutazione della proposta. In quest’ottica, si sarebbe deciso di demandare qualsiasi decisione ufficiale al board già in programma nelle prossime ore, e in particolare tra giovedì e venerdì.
In quella sede, si immagina, verrà indicato il consulente che dovrà accompagnare il consiglio nella valutazione della congruità del prezzo offerto dal Leone. I nomi, a riguardo, sarebbero diversi. Recentemente, va ricordato, Kpmg è già stata al fianco della società sia nella delicata fase della predisposizione dell’aumento di capitale sia in quella relativa alla prima partnership con Generali. Possibile, dunque, che il consulente venga riconfermato. Così come circolerebbe il nome di Goldman Sachs e quello dello studio Chiomenti per la parte legale.
Il tempo, in ogni caso, non stringe. Il processo è stato appena avviato e stando alle attuali proiezioni l’offerta non arriverà sul mercato prima dell’inizio di ottobre per poi concludersi a novembre. D’altra parte sono diversi i passeggi tecnici da espletare prima di poter procedere. Innanzitutto sul piano delle autorizzazioni da incassare da parte delle Autorità competenti, in primis quella di Ivass e poi quella fondamentale dell’Antitrust, quest’ultima considerata elemento essenziale per partire con l’offerta.
Opa che, ovviamente, ha generato reazioni contrastanti. Se gli analisti che seguono il titolo Generali hanno valutato la mossa come la naturale conclusione di un processo avviato un anno fa, con Berenberg che l’ha definito addirittura “un ottimo affare”, gli azionisti di Cattolica sono ancora tutti da convincere. Il gruppo guidato da Ferraresi dopo un anno particolarmente complesso, che ha visto una radicale revisione della governance, la trasformazione in spa e un’iniezione di capitale da 300 milioni (ne resterebbero altri 200 milioni), che a sua volta ha favorito l’ingresso nel capitale del Leone, ora vorrebbero comiciare a cogliere i frutti del processo di ”ristrutturazione” messo in atto. Senza contare poi il disappunto della mondo della finanza veneto per aver perso, potenzialmente, un altro asset. Ieri, di questo malessere, si è fatto portavoce Enrico Marchi che nei mesi scorsi aveva ipotizzato l’ingresso in Cattolica in cordata con altri imprenditori della zona. Il presidente di Finint ha sostenuto che la cessione di Cattolica al gruppo Generali rappresenta “la perdita di un altro protagonista” per il Veneto.
Di tono decisamente diverso la lettera inviata ieri dal ceo Ferraresi ai dipendenti: “L’Opa di Generali era una possibilità visto che dallo scorso 1 aprile siamo diventati una società per azioni, quindi contendibile sul mercato in quanto Spa. Ma non siamo in nessun modo preoccupati”. Ora “sarà compito del consiglio di amministrazione, quando Generali avrà depositato il vero e proprio documento di offerta, valutarne le implicazioni nel migliore interesse di tutti gli stakeholders”. Tuttavia, “dopo 12 mesi da quei giorni difficili di fine maggio 2020 il nostro titolo, quindi la nostra società, vale il 100% in più. Oltre 6,8 euro per azione, anche a seguito dell’offerta di Generali. Abbiamo ulteriormente valorizzato il nostro operato nel 2020 con il miglior risultato operativo nella storia di Cattolica e presentato solo pochi giorni fa un primo trimestre che ha fatto capire a tutti la forza del nostro Gruppo”. Quindi, “sono sicuro che anche questo capitolo della storia di Cattolica lo scriveremo insieme”.
Laura Galvagni sul Sole24Ore