L’open banking è solo una delle possibilità legate agli scenari futuri sui pagamenti digitali, una possibilità in progressivo divenire che però necessita di un consolidamento decisivo.
Ma andiamo con ordine. Allorché parliamo di open banking facciamo riferimento al sistema che consente l’accesso alle informazioni bancarie di un utente da parte di terzi. A essere accessibili sono sia le informazioni personali che quelle legate alle transazioni finanziarie.
Questa concessione da parte delle banche a soggetti terzi autorizzati dall’utente consente di accelerare una nuova dimensione dei pagamenti digitali, nell’ottica di un open banking che punta alla gestione più semplice di ogni tipo di operazione, anche in concomitanza di più conti personali attivi, gestibili sempre da un’unica piattaforma.
Va da sé, dunque, che oltre a una gestione più semplice e immediata dei pagamenti, si avranno altresì dei costi più bassi di gestione, tutto a potenziale vantaggio dell’utente.
Per far sì che l’open banking diventi una realtà attuale e diffusa a livello globale è però necessario una collaborazione sempre più sinergica tra banche e società finanziarie e assicurative. In più è fondamentale anche un cambio culturale delle abitudini da parte dei clienti. E, come si sa, le novità necessitano sempre di tempo per essere non solo implementate nel migliore dei modi, ma anche accettate.
Nell’ambito degli scenari futuri sui pagamenti digitali, così come si legge nella sezione delle news di ING Direct, ci sono interessanti sviluppi e prospettive da seguire.
Innanzitutto la crescita esponenziale dei pagamenti contactless e mobile, che piacciono molto ai clienti perché così non devono inserire il pin nel terminale. Grazie a sistemi come Apple Pay e Google Pay possono poi pagare semplicemente utilizzando lo smartphone, lasciando a casa le carte bancarie fisiche.
Interessante è anche l’espansione dei versamenti peer to peer, ovvero l’ecosistema di transazioni tra privati che in questo modo possono ricevere istantaneamente il proprio pagamento. Tale modalità si rivela molto utile specie per coloro che hanno bisogno di incassare rapidamente bonifici e assegni.
Con più lentezza, invece, si aprono gli scenari legati sia ai pagamenti digitali, che sfruttano la biometria, sia quelli relativi all’Internet Of Things. Nel primo caso, il sistema risulta essere ancora troppo acerbo per essere pienamente a regime. Mentre nel secondo caso vi è la necessità, da parte dell’utente, di avere un dispositivo con funzioni specifiche, ad esempio lo Smartwatch, che consenta di processare i pagamenti in maniera corretta.
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