Operaio infedele di una ditta orafa: in 20 anni rubato un milione di euro

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operaio orafo
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Da sempre al fianco del cittadino ma anche dell’impresa, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Bassano del Grappa hanno portato alla luce il caso di un operaio infedele di una ditta orafa di Cassola, la DIBI spa.

Il titolare aveva notato diversi ammanchi nel tempo, a suo dire negli ultimi 20 anni avrebbe perso metallo prezioso per oltre un milione di euro.

I suoi primi sospetti erano ricaduti sui macchinari, pensando ad una lavorazione non efficiente dell’oro che portava a perderne parte durante i processi produttivi: per tali motivi aveva recentemente provveduto ad una corposa riorganizzazione dei macchinari, con un costoso intervento di acquisto e ristrutturazione.

Tuttavia, persistendo gli ammanchi, nel luglio 2018 il titolare decide di rivolgersi ai Carabinieri, manifestando la sua difficoltà e chiedendo aiuto, arrivando a sospettare dei propri dipendenti.

I Carabinieri hanno pertanto passato al setaccio l’impresa ed i suoi dipendenti, non individuando però dalla prima analisi soggetti con precedenti, pregiudizi o tendenze tali da poter indurre a sospettarne.

Si è passati quindi, con la collaborazione del titolare, ad un’approfondita attività di osservazione e monitoraggio, conclusasi con un intervento dei Carabinieri a metà settembre: in tale occasione è stato bloccato un dipendente all’uscita dell’azienda, trovato in possesso a seguito di perquisizione di un “lingottino” d’oro dal peso di circa 150 grammi.

La successiva perquisizione nell’abitazione ha permesso di rinvenire ulteriore oro per un controvalore di circa 80000 euro, oltre ad una carabina calibro .22 alterata poiché provvista di silenziatore.

Si è scoperto quindi che il dipendente, addetto alla fusione dell’oro, ne sottraeva una parte sostituendolo con dell’argento prelevato sempre dalla ditta.

Operaio è stato pertanto denunciato per furto aggravato dal mezzo fraudolento e per la detenzione di arma alterata.

I Carabinieri ricordano di rivolgersi sempre alle Forze dell’Ordine per casi simili, evitando la tentazione di giustizia “fai da te”: nessuna situazione verrà sottovalutata.