Lunedì 22 luglio. Anche questa mattina è morto un operaio – scrive Paolo Benvegnù, segr. reg. PRC Veneto – Ferruccio Cillo lavorava per una cooperativa appaltatrice del comune di Pozzonovo, ad un cantiere stradale. È crollato sotto il sole e non si è più rialzato. L’operaio aveva 67 anni.
In un Paese in cui, tenendo conto di tutto, in media muoiono 3 lavoratori al giorno (il tragico dato è in aumento dall’inizio del 2019), in una Regione che è in testa alle classifiche degli infortuni sul lavoro, le persone cadute in questo modo non fanno più notizia.
Eppure, a guardar bene, tra l’innalzamento dell’età pensionabile, gli appalti e i subappalti, la precarietà contrattuale, gli scarsi o nulli controlli sulle aziende, le agevolazioni varate dagli ultimi governi in materia di sicurezza e gli infortuni spesso mortali sul lavoro il nesso risulta evidente a chiunque non sia in mala fede.
La responsabilità di questa strage ricade su chi continua a speculare sulla “sicurezza”, ma su questa sicurezza fa solo chiacchiere. Rifondazione Comunista piange questo e tutte le lavoratrici ed i lavoratori caduti, e non smetterà di schierarsi con chi cerca di fermare questo massacro.