Un’indagine durata circa 9 mesi e che ha portato all’arresto di 5 persone, alla d.s.l. di 3 persone, 7 persone segnalate quali assuntori, al sequestro di gr. 17,21 di cocaina, di gr. 71,41 di marijuana, di gr. 24 di hashish, documentate circa 560 cessioni di stupefacente ed al sequestro di 137.500 euro. Di seguito i dettagli dell’operazione forniti dai Carabinieri
I Carabinieri della Stazione di Marostica, nel mese di novembre scorso, nel controllare una persona, la trovano in possesso di una dose di cocaina che confida aver acquistato poco prima all’interno del bar “Fenice”, da D’Armento Vito Antonio, gestore del locale insieme a Csako Erika. Pertanto, provvedevano ad effettuare una perquisizione domiciliare a carico dei predetti sia del bar e sia dell’attigua loro abitazione, che consentiva il rinvenimento di una somma di denaro pari a 135.648,42 euro, ed il rinvenimento di 17 dosi di cocaina spontaneamente consegnate dal D’Armento.
Oltre al denaro ed allo stupefacente, i carabinieri sequestravano anche gli hardisk dell’impianto di videosorveglianza da dove era possibile visionare immagini che consentivano di documentare i movimenti e le attività dei due che si susseguivano nella casa e all’interno del bar. Tali immagini, evidenziavano come nel periodo intercorso dal 25.10.2019 al 15.11.2019 (non più di 20 giorni) il D’Armento e la Csako si- fossero resi autori di 554 cessioni di cocaina effettuate all’interno del bar nei confronti di vari avventori, con una media di 30 cessioni giornaliere e picchi nei giorni di venerdì e sabato di oltre 50 cessioni per oltre 70 dosi.
I filmati della telecamera mostravano chiaramente gli avventori che, entrati nel bar, ordinavano e consumavano caffè od altro e, all’atto di pagare, ove fossero in cerca di cocaina, consegnavano al D’Armento o alla Csako prima l’importo della consumazione che veniva riposto nel cassetto del registratore di cassa, e poi delle banconote di taglio più grosso a seconda del quantitativo richiesto, le quali venivano riposte in una busta situata accanto al registratore di cassa dove si trovava pure un barattolo- contenente le dosi di cocaina le quali venivano dal cassiere di turno estratte dal barattolo e depositate sul banco da dove venivano subito prelevate e velocemente conservate in tasca o nel portafogli dall’acquirente. Pertanto, gli inquirenti di Marostica, procedevano all’identificazione degli avventori che posti di fronte ai fatti, confermavano quanto accaduto.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento della sostanza stupefacente da parte dei due gestori del bar, gli inquirenti identificano Dahir Khalid, che in un paio di occasioni si era recato al bar “Fenice” a consegnare lo stupefacente, un’attività che veniva preceduta sempre da contatti telefonici tra lo stesso e il D’Armento e da messaggi Whatsapp memorizzati sul telefono cellulare sequestrato al D’Armento. Dai filmati visionati dagli inquirenti, si vede il Dahir che entrato nel bar, attende che la Csako si liberi e poi, avvicinatosi alla cassa, le consegna un involucro, dopo di che questa si allontana e poi ritorna ed inizia a consegnare le dosi di cocaina a due clienti in attesa. L’involucro ricevuto viene portato all’interno dell’abitazione e nascosto in un cassetto. Si capisce anche che il D’Armento preleva da questo cassetto un cospicuo numero di dosi di cocaina preconfezionate e le sposta all’interno di due barattoli, quelli che di solito lui e la Csako utilizzano per riporre le dosi di cocaina e portarle nel bar dove avviene lo spaccio agli avventori.
Dopo tale episodio, le indagini proseguivano ed emergeva che gli indagati, continuavano imperterriti nella conduzione dell’illecita attività, optando, nel contesto dell’emergenza sanitaria in corso, per lo spaccio nei confronti dei soliti clienti all’esterno dei bar nell’area del piazzale antistante, dove sono stati effettuati alcuni riscontri mediante l’identificazione dei consumatori degli stupefacenti ed il contestuale sequestro della dose. In tale ambito, il 29 maggio u.s., gli indagati venivano d.p.l. per spaccio di stupefacenti, poiché sorpresi a cedere stupefacente ad una persona identificata poi in Valerio Massimiliano, anch’egli poi indagato direttamente dalla Procura per spaccio di droga e trovati in possesso di due dosi di cocaina, di circa 2 gr. di marijuana e di 1.860 euro.
Gli elementi di prova raccolti, consentivano alla D.ssa Alessandra BLOCK titolare dell’indagine, di ottenere dal GIP Dr Massimo GERACE, l’emissione di tre ordinanze di custodia cautelare di cui due in carcere, per D’Armento e Csako, ed una agli aa.dd., eseguite il 29 giugno scorso.