Opere d’arte vere o false di Gianni Zonin: il rapporto GdF su loro “sospetta” provenienza e su possibile lucro dell’ex presidente di BPVi e Roi. Anche su immobili e su Palazzo Repeta di Bankitalia. Ma per GdF Annalisa Lombardo è ignota…

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Si fa un gran parlare in quesi giorni dei sequestri (tardivi?) di beni mobili e immobili a carico di Gianni Zonin & c. e più in dettaglio ha colpito l’immaginario collettivo il sequestro dei presunti valori trovati nella villa di Montebello oggi abitata (e di proprietà salvo revocatorie) di Michele Zonin. Sabato 24 marzo riassumevano la situazione, dopo altri articoli, in questo titoloI quadri fatti sequestrare da Renato Bertelle nella villa di Montebello di Gianni Zonin veri, croste o provenienti dalla Roi e dalla BPVi? L’avvocato: ho ottenuto il sequestro anche di immobili e quote societarie“.

L’articolo iniziava così: «Il 21 marzo scorso titolavamoBPVi, sequestrati a Gianni Zonin beni per 19 mln: quadri, tappeti, mobili e preziosi nella villa di Montebello del figlio Michele, ora custode giudiziario. Ma pendono indagini su “origine beni” da Fondazione Roi e BPVi” e tra le varie cose affermavamo che “su alcuni beni sarebbero tuttora non chiuse le indagini su possibili sottrazioni con varie modalità alla Fondazione Roi, di cui abbiamo scritto e di cui manca l’inventario, e alla BPVi stessa, su cui scriveremo”. A breve, un pizzico di pazienza, manterremo il nostro, documentato, impegno, ma…».

Oggi proviamo a mantenere questo impegno trascrivendo integralmente il documento della GdF per evitare fraintendimenti e interpretazioni, ricordando che siamo in fase di indagini e non di conclamato accertamento e che non siamo al corrente, al momento, di sviluppi della vicenda che, invece, sarebbe utile conoscere visto che i dubbi riguardano anche l’acquisto di Palazzo Repeta da Bankitalia…, “finanzieri” noti come Francesco Micheli con la sua Finarte e palazzinari come Stefano Ricucci proprietario di Magiste oltre che Immobiliare Stampa e l’immancabile Fondazione Roi la cui componente del Cda, Annalisa Lombardo, non viene “identificata” direttamente (perché?) (e viene scambiata con un’altra più o meno omonima) nel rapporto della GdF come la sig.ra Lombardo a cui si associano alcuni acquisti a vantaggio del presidente del suo cda, Gianni Zonin, di cui per anni e anni è stata strettissime e nota collaboratrice…

Mah, ci torneremo.

Ecco, quindi, di seguito il testo del “rapporto” (alcuni dati personali sono stati da noi omessi) quanto trasmesso (protocollo 4409/16 del 6 gennaio 2016) dall’allora comandante del Nucleo di Polizia Tributaria di Vicenza, il Ten. Col. Fabio Dametto, alla Procura della Repubblica di Vicenza (alla c.a. dei Sostituti Procuratori Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi) con

Oggetto “Procedimento penale n. 5628/15 R.G.n.r. Mod. 21, Elementi informativi assunti in via riservata“.

Come a suo tempo anticipato per le vie brevi, lo scrivente ha avuto un colloquio informativo con persona utile al servizio che ha inteso rappresentare quanto appreso da terze persone con riguardo a fatti comunque riferibili all’indagine in oggetto.
Per quanto sopra e a seguito degli opportuni riscontri, si riferiscono gli elementi appresi in tale occasione.
1. Acquisto di opere d’arte
a. Circostanze riferite
BANCA POPOLARE DI VICENZA S.c.p.a., come peraltro la FONDAZIONE GIUSEPPE ROI ONLUS, avrebbe nel tempo acquistato numerose opere d’arte e, in entrambi i casi, le operazioni di acquisto di tali opere sarebbero state suggerite e dirette dallo stesso ZONIN Giovanni. Quest’ultimo, in danno dei predetti Enti, avrebbe lucrato su tali acquisti facendosi retrocedere dal veditore la parte della somma pagata per l’acquisto corrispondente all’indebita sopravalutazione dell’opera.
Fra i venditori delle opere d’arte alla BPVi ci sarebbe anche tale UGOLINI Francesco, un antiquario dì Verona, che avrebbe riferito a terzi della circostanza.
Tutti gli acquisti di opere d’arte effettuate dalla BPVi (così come pure quelli effettuati dalla FONDAZIONE ROI) sarebbero stati gestiti da tale sig.ra LOMBARDO, ex dipendente della FONDAZIONE ROI, ora in pensione, ma con un contratto di collaborazione con BPVi sebbene, di fatto, continuerebbe a lavorare per la FONDAZIONE ROI e per lo stesso ZONIN Giovanni.
Vi è anche l’ipotesi che talune delle opere acquistate da BPVI non siano autentiche, ma siano state spacciate per tali e che anche su queste operazioni ZONIN abbia tratto lucro personale.
Inoltre, BPVi avrebbe acquistato molte opere anche da FINARTE, il cui amministratore (MICHELI) sarebbe però legato a ZONIN da un rapporto dì amicizia.
b. Riscontri effettuati
Con riferimento al richiamato antiquario di Verona, in esito alle consultazioni effettuate presso le banche dati in uso al Corpo, lo stesso è verosimilmente identificabile in UGOLINI Francesco, nato a Verona …, titolare dell’omonima ditta individuale avente …, attiva nel settore del “commercio al dettaglio ambulante di altri prodotti nca”, con luogo di esercizio in Pescantina (VR), via Lora n. 2. Infatti, dalla pagina web http://studìomondi.altervista.org/ugolini.htm, emerge come ìl citato UGOLINI Francesco sia titolare della ditta individuale DELLA SCALA ANTICHITA’, corrente proprio in Pescantina. via Lora n. 2….
In relazione, invece, alla sig.ra LOMBARDO, ex dipendente della FONDAZIONE ROI, che avrebbe gestito gli acquisti di opere d’arte effettuate dalla BPVi e dalla stessa fondazione, in esito agli accertamenti effettuati presso le banche dati in uso al Corpo, si evidenzia, dal 2006 a oggi, non risultano soggetti con cognome LOMBARDO o a tale assonante che abbiano lavora/collaborato con il citato Ente, a eccezione di LOMBARDI Azelia Luigia, titolare dell’omonima ditta individuale attiva nel settore dell’attività di conservazione e restauro di opere d’arte … che, per età anagrafica, non può corrispondere al soggetto segnalato.
Infine, è possibile identificare la citata FINARTE nella FINARTE CASE D’ASTA S.p.a. (ora in fallimento), in assato legalmente rappresentata da MICHELI Francesco Riccardo Armando Pie.
A tal riguardo, da consultazioni effettuate presso fonti aperte nonché tramite le banche dati in uso al Corpo, si evidenzia la recente costituzione della nuova FINARTE S.p.a. (attiva dal 24.04.2014, dopo aver ereditato il marchio dalla procedura fallimentare) all’interno della quale, tuttavia, il richiamato MICHELI non risulta ricoprire alcuna carica formale.
2. Acquisto di immobili
a. Circostanze riferite
ZONIN avrebbe tratto indebito profitto personale anche dalle operazioni di acquisto di immobili effettuate dalla società immobiliare del gruppo BPVI (IMMOBILIARE STAMPA Referente per questa società sarebbe PAVAN Gianfranco, cognato di ZONIN (perché coniuge della sorella della moglie), che tuttavia sembra non perda occasione per screditare quest’ultimo e, in tal senso, potrebbe prestarsi a riferire dettagli sulle vicende oggetto di indagine.
Il meccanismo sarebbe il seguente: ZONIN individuerebbe l’immobile e il broker, quindi segnalerebbe entrambi alla IMMOBILIARE STAMPA, facendo ricadere su quest’ultima la formale scelta di target (immobile) e veicolo (broker). Poi, però, sulla base del preventivo accordo col broker, riceverebbe una parte del sovrapprezzo dell’immobile per come pagato dalla Banca.
In queste operazioni avrebbe un ruolo fondamentale anche ZONIN Maria Antonietta, sorella dì Giovanni.
In particolare, queste pratiche illecite sarebbero state poste in essere per gli acquisti dei seguenti immobìlì:
(1) Palazzo di via del Tritone – ROMA. L’immobile era di una famiglia storica di Roma (che non dovrebbe però identificarsi in quella dei MARCHINI);
(2) Sede milanese di BPVI, via Turati – MILANO;
(3) Palazzo Repeta – VICENZA. Il broker sarebbe lo stesso che ha curato tutte le dismissione di Banca d’Italia. Questa operazione sarebbe stata curata da ANGIUS, attraverso il Direttore Generale di IMMOBILIARE STAMPA.
In ultimo, PAVAN Gianfranco avrebbe beneficiato del rimborso (o riacquisto) delle azioni in prossimità della loro svalutazione
b. Riscontri effettuati
Alla luce degli approfondimenti effettuati in ordine a quanto sopra narrato, si rappresenta che, a far data dall’11.04.2014, PAVAN Gianfranco ricopre effettivamente la carica di Presidente del CdA e legale rappresentante della IMMOBILIARE STAMPA SOCIETA’ CONSORTILE e che lo stesso risulta essere coniugato con ZUFFELLATO Adriana, quest’ultima sorella di ZUFFELLATO Silvana (moglie di ZONIN Giovanni).
In particolare, per quanto riguarda i menzionati immobili, si precisa quanto segue:
(4) Palazzo di via del Tritone – ROMA. IMMOBILIARE STAMPA ha acquisito l’immobile in data 19 maggio 2011 dalla IMMOBILIARE COLDISOLE S.p.a. di Roma per un corrispettivo di ? 31.500.000. Dall’atto notarile non emergono intermediari nell’operazione;
(5) Sede milanese di BPVI, via Turati – MILANO. L’immobile è stato acquisito a patrimonio di IMMOBILIARE STAMPA in data 21 dicembre 2015 a seguito di fusione per incorporazione di MONFORTE 19 S.r.l., già controllata da BPVi. Quest’ultima è divenuta intestataria dell’immobile in data 29 dicembre 2008, con atto di “cessione a titolo transattivo di diritti immobiliari in blocco”, dalla MAGISTE REAL ESTATE S.p.a. in concordato preventivo, per un prezzo pari ad ? 82.000.000,00 (si tratta di un compendio immobiliare composto da 13 corpi di fabbrica).
Si precisa che è stato posto in essere il citato contratto in quanto, essendo risultati infruttuosi i tre inviti ad offrire per la vendita al pubblico il complesso immobiliare in parola, è divenuto eseguibile l’accordo transattivo già intervenuto tra la MAGISTE REAL ESTATE S p.a. e il creditore BANCA POPOLARE DI VICENZA S.c.p.a., che prevedeva l’acquisito da parte della Banca ovvero da società da essa controllata o partecipata del complesso immobiliare al prezzo di
? 82 milioni e la contestuale estìnzione del debito ipotecario vantato dalla Banca, garantito da iscrizioni ipotecarie sul complesso immobiliare, con l’ulteriore versamento di ? 5 milioni da parte delle MAGISTE REALE ESTATE S.p.a., a titolo transattivo.
Nel contratto si evince che BPVi ha preventivamente indicato quale acquirente la propria controllata MONFORTE 19 S.r.l..
Anche per questa operazione immobiliare, dal contratto, non si evince l’intervento di mediatori;
(6) Palazzo Repeta – VICENZA. L’IMMOBILIARE STAMPA ha acquistato l’immobile dalla BANCA D’ITALIA con atto datato 2 aprile 2014 e per un corrispettivo di ? 9.525.000, all’esito dell’asta tenutasi il 22 aprile 2013. Nell’operazione, per la parte alienante, sono intervenuti, in qualità di mediatori immobiliari, COLLIERS INTERNATIONAL ITALIA S.p.a. di Milano e EXITONE S p.a. di Roma.
Con riguardo al Direttore Generale della predetta immobiliare, il quale sarebbe stato coinvolto nell’operazione di compravendita del Palazzo Repeta in Vicenza, in esito agli accertamenti eseguiti, lo stesso è identificabile in PONCATO Denis Italo Luigi.
Infine, in riscontro alla circostanza in base alla quale PAVAN Gianfranco avrebbe beneficiato del rimborso (o riacquisto) delle azioni in prossimità della loro svalutazione da ? 62,5 ad ? 48 (deliberata dall’Assemblea dei Soci della BPVi, in data 11 aprile 2015), dall’analisi del “Libro e Registro Soci” è stata rilevata l’operazione datata 29.01.2015, consistita nella cessione alla BPVi di complessive
13.000 azioni (al prezzo di ? 62,5 per un controvalore di ? 812.500).
Nello specifico, la suddetta operazione riporta quale dettaglio della relativa causale la seguente dicitura: “PER VENDITA DI AZIONI SOCIALI ALLA BANCA”.
Ad ulteriore conferma di quanto sopra esposto, di seguito si riporta il seguente estratto delle dichiarazioni testimoniali rese in data 04.11.2015, dal Responsabile della Direzione Supporto Rete della BPVi, ROMANO Sergio:
“”” {. ..] Su vostra domanda, preciso che c’erano alcuni consiglieri che certamente sapevano dell’esistenza di un notevole ritardo nell’evasione delle richieste di vendita di azioni BPVI (e per cui di giacenza di ordini inevasi), anche per importi considerevoli, visto che erano loro stessi ad aver ordini pendenti per importi rilevanti. Fra questi, al momento, ricordo ZIGLIOTTO e PAVAN. Con riguardo a PAVAN Gianfranco, questi ha più volte manifestato la volontà di vendere le azioni BPVI già nel 2013 in quanto aveva in corso un’operazione di acquisto immobiliare e necessitava di liquidità. Ha poi formalizzato istanza di vendita parziale al primi di gennaio 2014, ma è stato evaso solo nel gennaio 2015. L’importo, tuttavia, non era rilevantissimo[…] “””.

Il comandante del Nucleo

Ten. Col. Fabio Dametto