Io non vorrei infierire sul Governo, ma quello che sta succedendo negli ultimi giorni è più surreale di un quadro di Magritte. Sulla ratifica del MES, il ministro Giorgetti, essere mitologico con la testa di Draghi ed il corpo leghista, presenta in commissione Esteri un documento che smentisce di brutto tutte le critiche e le valutazioni negative che Lega e Fratelli d’Italia avevano mosso in questi anni sul meccanismo “salva stati”.
Roba che nemmeno uno del PD avrebbe potuto scrivere di peggio!
Possiamo immaginare l’imbarazzo della maggioranza, con la Meloni che fino a qualche anno fa gridava all’Alto tradimento! Finora la maggioranza aveva preso tempo (sperando forse nello scoppio della III guerra mondiale per non doverci pensare più), ma essendo rimasto il nostro Paese l’unico in Zona Euro a non aver ratificato il trattato, il tempo è finito. Come la pazienza a Bruxelles. E con questi chiari di luna sui ritardi PNRR, è meglio non irritare “i burocrati europei“.
Come salvare capra e cavoli? Come ratificare il trattato senza perdere la faccia?
Me le immagino le teste fini del governo, mentre compulsano manuali e regolamenti parlamentari, tra litri di caffè e shottini di Amaro del Duce, nel tentativo disperato di trovare la soluzione… E alla fine, ormai nella più cupa disperazione, nell’ora delle decisioni irrevocabili, a qualcuno viene in mente l’idea geniale: la tecnica dell’opossum!
Così tra grida di giubilo e scene di tripudio, la strategia è decisa: i componenti della maggioranza si fingono morti, disertano la seduta e lasciano che a ratificare il Mes in commissione siano PD e Terzo Polo!
Voto in aula per il 30 giugno, si prevede per la maggioranza un’estinzione di massa, tipo dinosauri.
Ma questo è niente rispetto a quanto avvenuto in commissione bilancio a Palazzo Madama, dove il governo va sotto sul DL Lavoro per l’assenza di due senatori di Forza Italia (spicca il nome di Claudio Lotito). Maggioranza a pezzi, tuonano dall’opposizione! Macchè, un impegno concomitante, ribattono dalla maggioranza, bastava attendere qualche minuto.
L’impegno concomitante, viene fuori per ammissione dello stesso presidente del Senato la Russa, era… un cocktail party! Per un compleanno. Che francamente era più dignitoso ammettere una crisi di governo.
O, nel dubbio, fingersi morti: abbiamo visto che funziona.
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Assorbita, con un po' di rammarico,...