Lo spostamento di un’ora delle lancette dell’orologio non riguarda tutti gli Stati nel Mondo.
L’Italia ha optato per il sistema del cambio dell’ora nel 1916, ma c’è anche chi mantiene l’ora legale tutto l’anno e chi invece non l’ha mai applicata.
Le ragioni del ricorso all’ora legale durante il periodo estivo sono connesse principalmente a esigenze di risparmio economico energetico. Infatti l’orologio avanti di un’ora permette di sfruttare meglio la luce solare, riducendo così l’utilizzo dell’illuminazione elettrica.
Pare che l’intuizione si debba a Benjamin Franklin; nel 1784, il bisogno era quello di risparmiare sulle candele. L’ora legale venne applicata per la prima volta dal Regno Unito, subito imitato da altri Paesi, durante la prima Guerra mondiale, quindi in stato di emergenza anche energetica.
Dal 1996, quasi tutti i Paesi dell’Unione europea seguono questa convenzione, utilizzando lo stesso calendario.
Oggi, però, in molti Paesi giungono forti istanze di abolizione.
Tra luglio e agosto 2018, la Commissione Europea ha voluto dare voce ai cittadini, predisponendo un sondaggio al quale hanno partecipato 4,6 milioni di persone (un vero record, il numero più alto di risposte a una consultazione pubblica europea); l’84% ha affermato di essere favorevole all’abolizione dell’ora legale.
Si consideri, però, che a partecipare al sondaggio sono stati soprattutto gli abitanti dei Paesi del nord Europa, che beneficiano molto meno del cambio d’ora rispetto a quelli mediterranei, come l’Italia.
Il Codacons ha interrogato sull’argomento gli italiani, che si sono mostrati divisi in parti eguali tra favorevoli e contrari all’ora legale; dovendo però scegliere quale mantenere in vigore tutto l’anno, la maggioranza ha scelto l’abolizione dell’ora solare.
I vantaggi, si diceva, sarebbero principalmente connessi al risparmio energetico.
Prorogando l’ora legale di un altro mese, dunque fino alla fine di novembre, si potrebbero risparmiare 70 milioni di euro.
Le stime del possibile risparmio ventilato dai tecnici si basano sui consumi storici degli italiani a novembre e sono in linea con le cifre fornite da Terna, il gestore della rete elettrica italiana, che valuta in 190 milioni di euro il risparmio ottenuto con l’ora legale nei sette mesi di vigenza del 2022 grazie alle 147 ore di luce pomeridiana naturale in più e al minor consumo di 420 milioni di kilowattora. Sempre secondo Terna, dal 2004 ad oggi con l’ora legale l’Italia ha risparmiato oltre 1,8 miliardi e 10,5 miliardi di kilowattora di elettricità.
Stabilizzando l’ora legale per tutto l’anno, questo vorrebbe dire immediato risparmio per il cittadino in bolletta. Per una misura del tutto priva di costo.
Innegabili anche le utilità per l’ambiente.
Nel 2017 l’ora legale ha fatto risparmiare oltre 560 milioni di kilowattora, l’equivalente del consumo medio annuo di 200 famiglie, pari a 110 milioni di euro. Questo significa minori emissioni di CO2; per la precisione, 320 mila tonnellate. Si tratta, è noto, del principale gas serra, responsabile di inquinamento e cambiamenti climatici, che ha raggiunto picchi a dir poco allarmanti nel 2018, per poi scendere con il lockdown del 2020, ma risalire nel 2021. Non si dimentichi dell’obiettivo del dimezzamento per il 2030 fino all’annullamento delle emissioni di CO2 per il 2050. Per questo obiettivo sono stati stanziate anche risorse del PNRR, ma, con la crisi geopolitica portata dalla guerra russo-ucraino, saranno difficilmente raggiungibili.
Ma c’è di più.
Il cambio d’ora, che avviene due volte l’anno, genera non pochi disagi: un italiano su due soffre dei disturbi tipici dell’effetto jet-leg, come disturbi del sonno, inappetenza, stanchezza, difficoltà di concentrazione, irritabilità e sbalzi d’umore.
C’è chi sostiene che cambiare orario e spostare il proprio orologio biologico faccia male alla salute: studi mettono in evidenza alcune conseguenze negative.
La ricerca condotta da alcuni cardiologi americani afferma che l’ora di sonno persa il giorno dopo l’entrata in vigore dell’orario estivo incrementa del 25% la probabilità di subire un infarto cardiaco. Questo rischio cala del 21% il giorno in cui l’ora di sonno persa viene recuperata.
Altri studi certificano il forte aumento di incidenti ed infortuni sul lavoro nel giorno successivo all’entrata in vigore dell’ora legale.
Si valuta anche l’aumento dell’ipertensione sugli stati che utilizzano l’ora legale tutto l’anno.
Mantenere l’ora legale per tutto l’anno porterebbe anche le utilità connesse alle migliori possibilità di sfruttare il tempo libero dopo il lavoro anche nelle mezze stagioni.
Gli operatori turistici sono naturalmente a favore, perché allungare le giornate permetterebbe di proporre molte attività in più, dando una mano all’economia; contrari invece alcuni lavoratori, come le aziende agricole, perché in inverno perderebbero le preziose ore di luce mattutine. In effetti, mantenere l’ora legale tutto l’anno causerebbe maggiori disagi in inverno, quando il sole spunta più tardi: si resterebbe al buio fino alle 9 del mattino, quando le attività quotidiane sono già in pieno svolgimento.
Oggi la proposta sul tavolo delle trattative è quella di lasciare che ogni Paese scelga per sé, ma non è esclusa la possibilità di una presa di posizione comune da parte dell’Unione europea.
Nei giorni scorsi, Meritocrazia Italia ha aperto su questo un pubblico sondaggio, con la partecipazione di migliaia di cittadini, che si sono espressi in modo favorevole alla conservazione dell’ora legale per tutto l’anno.
FONTI
https://www.repubblica.it/cronaca/2022/10/12/news/ora_legale-369651870/
https://www.auxologico.it/cambio-dora-fa-male-salute