?Condividiamo e facciamo nostra la giusta presa di posizione di Carlo Verna, presidente dell?Ordine nazionale dei giornalisti, in risposta alle non velate minacce di scioglimento dell?ente arrivate dal sottosegretario Vito Crimi (foto ndr)?. Lo affermano in una nota congiunta, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario e presidente della Fnsi che così continuano: ?Da chi ha la delega in materia di editoria ci saremmo attesi l?annuncio di una prossima riforma dell?editoria, un sostegno a chi contrasta il lavoro precario.Un rinnovato impegno a sostenere chi, come Carlo Verna e le colleghe e i colleghi dell?Ordine nazionale e degli Ordini regionali, sono impegnati in un faticoso processo di autoriforma, di tutela dell?articolo 21 della Costituzione e della libertà di informazione, di contrasto al linguaggio dell?odio e alle centrali della disinformazione organizzata e finalizzata alla distruzione della funzione di mediazione tipica del giornalista. A meno che ? commentano i vertici della Federazione nazionale della stampa ? non sia proprio questa attività e questo impegno a disturbare chi non ama, in Italia e non solo, l?esistenza di una stampa non subalterna ai ?Signori della rete?. Dal sottosegretario Crimi ci attendevamo e ci attendiamo un invito al suo collega Bonafede ad avviare un pubblico confronto per portare a compimento una riforma dell?Ordine condivisa e una immediata abrogazione di quelle norme che ancora prevedono il carcere per i cronisti e consentono di usare le querele temerarie o è proprio strumento di intimidazione nei confronti dei cronisti che indagano su malaffare e corruzione. La Fnsi ? concludono Lorusso e Giulietti ? appoggerà tutte le iniziative che l?Ordine dei giornalisti promuoverà a sostegno della autonomia della professione e della libertà di informazione?.
Anche Alessandra Costante, coordinatrice nazionale #ControCorrente, prende netta posizione al riguardo: ?In realtà dal sottosegretario all?Editoria Vito Crimi, i giornalisti italiani si sarebbero aspettati, nel Decreto Dignità, una norma contro il precariato e lo sfruttamento del lavoro giornalistico, invece si materializzano minacce di abolizione dell?Ordine dei Giornalisti, azioni che rimandano ai periodi più cupi della storia italiana. L?ennesimo attacco alla libertà di informazione e di espressione, costituzionalmente sancite dall?art. 21, e all?autogoverno della professione previsto dall?articolo 33 della Costituzione italiana, la stessa Carta che il M5S aveva detto di voler difendere nel referendum del 4 dicembre 2016. Il lavoro giornalistico è cambiato? Vero, ma non spetta a un governo democratico riorganizzarlo; spetta invece all?Ordine dei Giornalisti provvedere all?autoriforma, ma senza la pressione di minacce abolizioniste. E non spetta al sottosegretario all?Editoria parlare di Odg, il confronto invece deve essere portato avanti con l?unico soggetto istituzionale che se ne può occupare ovvero il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Abolire l?Ordine significa lasciare senza tutele i giornalisti veri e i cittadini, lasciare che la fabbrica dei troll si impadronisca dell?informazione Italiana, già sotto attacco?.