In un documento diffuso dall’Ordine dei Medici di Vicenza ai suoi associati e intitolato “Il Paese dei Supereroi dove muore la Sanità“, viene fatta una lucida analisi della situazione, con un deciso attacco al presidente della Regione Luca Zaia che della sanità veneta in questi anni ha sempre fatto il suo “fiore all’occhiello”. Lo pubblichiamo integralmente.
A guardar bene – sulla scorta dei successi hollywoodiani – sembra che la politica italiana stia attraversando la fase dei Supereroi. Tutti a menare fendenti, tutti con una ricetta salvifica per il “Poppolo”, tutti a individuare un nuovo bersaglio da abbattere per “il bene comune” o a promettere miracoli perché “ce lo chiedono gli italiani.
Ma se torniamo sulla Terra, la prima esigenza del “Poppolo” che sembra sfuggire ai Supereroi, è quella della salute, del diritto alle cure e di una sanità pubblica che funzioni. Un’esigenza che si è trasformata in vera e propria emergenza che i nostri Supereroi pensano di poter affrontare a colpi di slogan.
Così da una parte tagliano i finanziamenti alla Sanità e dall’altra parlano di Sanità pubblica che
metta al centro la persona, di approccio olistico al malato, di trasformazione digitale della Sanità e favoleggiano sulle Autonomie come panacea di tutti i mali.
Ora che le chiacchiere stanno a zero e la situazione è sempre più deteriorata, i Supereroi devono trovare un bersaglio, un colpevole, un nemico da abbattere. E lo hanno individuato nel Medico.
Prima gli hanno bloccato gli stipendi e il turnover, poi lo hanno tartassato con regole assurde e contrarie alla essenza stessa dell’essere medico (tempi contingentati per le visite, limiti ai farmaci e alle analisi, protocolli da burocrati, etc.) quindi sono passati alla riduzione dei posti letto (a vantaggio dei privati), agli accorpamenti dei reparti e via almanaccando, salvo infine “accorgersi” che mancano i medici.
Ma per i Supereroi, senza macchia e senza paura, la colpa è dei Medici che non partecipano ai concorsi, che vanno all’estero (il record è del Veneto) o che lasciano gli ospedali per la Sanità privata.
Il dubbio che tutto ciò dipenda da una pessima o inesistente programmazione neanche sfiora i Supereroi che, in preda a deliri di onnipotenza, ricorrono a soluzioni fantasiose come i reparti affidati agli infermieri, il richiamo dei pensionati (lo sa Zaia che ci sono medici ottantenni tornati operativi e chiamati a gettone?) il ricorso estemporaneo a cooperative di medici, le offerte lavorative a medici comunitari dei cui titoli poco si sa e che a malapena parlano italiano.
Dove finiremo allora? Tutto lascia intendere che si vada verso la progressiva dismissione della Sanità pubblica a vantaggio della Sanità privata. Una scelta politica – alla faccia del populismo e del sovranismo – che Zaia nega.
Allora, caro Presidente, lo dimostri: ascolti i Medici. Non illuda i Veneti sbandierando eccellenze, che pure ci sono, ma in una situazione generale ogni giorno sempre più difficile e peggiorata.
Per porre rimedio a tutto ciò e correre ai ripari va rivisto tutto il lavoro di programmazione, di questa programmazione suicida sia a livello nazionale che regionale. Caro Zaia basterebbero intelligenze medie, onestà intellettuale e buon senso a migliorare le difficili condizioni in cui versano Medici e Pazienti del Veneto.
Ma, a una domanda gradiremmo una franca e sincera Sua risposta: “ma perché i Medici non ambiscono più a lavorare nella nostra Regione? E quando possono scappano?”
Non solo per questione di stipendi!