L’orfanotrofio ebraico di Odessa, prossimo obiettivo in Ucraina di questa guerra, voluta da Putin: riflessioni

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Orfanotrofio ebraico, carrozzine e coperte forse di orfani lasciate in una stazione in Ucraina

Nel mio lungo viaggiare e domandare, mai ho pensato all’esistenza, in tempi correnti di un  orfanotrofio ebraico. Ho un amico in Israele che gestisce ragazzi di strada, tra enormi difficoltà. Ero quindi a conoscenza di questo tipo di strutture, ma il termine di “orfanotrofio ebraico” è entrato dritto nel mio cuore.

Ucraina, nel 2019 Zelensky incontra i rabbini Chabab ucraini
Ucraina, nel 2019 Zelensky incontra i rabbini Chabab ucraini

L’orfanotrofio ebraico è gestito dai Chabad-Lubavitch, ai quali riservo il massimo rispetto anche se spesso proprio non ci incontriamo con il modus vivendi e operandi. Va detto comunque che senza di loro, il mondo ebraico sarebbe privo di certi supporti e la tradizione sarebbe dimezzata, se non scomparsa. Il Movimento è diffuso a livello internazionale ed ha una ramificazione dell’ebraismo chassidico. Fu fondato in Bielorussia nel diciottesimo secolo, come una interpretazione diversa della spiritualità e della filosofia chassidiche. A partire dal XX secolo si è trasformato in un’organizzazione molto solida, con una propria struttura gerarchica e amministrativa. Quartiere e vertice del movimento si trovano a Brooklyn (NY), a Crow Heights,

Io stessa devo grande riconoscenza nei confronti dei Lubavitch perché mi hanno aiutato in un percorso complicato della mia vita, a Londra, quando credevo che l’isola di Wight potesse essere il mio futuro e la risoluzione dei miei problemi: senza l’incontro con loro, forse, non sarei cresciuta.

Sinagoga dei Soldati a Tomsk Cnaan-Liphshiz
Sinagoga dei Soldati a Tomsk Cnaan-Liphshiz

La presenza dei Lubavitch è forte anche in Russia, basti pensare, in Siberia è stato inaugurato a settembre 2021 il più grande centro ebraico a Tomsk. Ritornando indietro, per decreto dello zar Nicola I, vennero chiuse tutte le sinagoghe e i bambini ebrei vennero strappati alle loro famiglie e reclutati (controvoglia) nell’esercito zarista per 25 anni, dove era vietato praticare l’ebraismo. Fortunatamente, “a fine pena”, molti si riappropriarono della loro religione. Il centro è dotato di laboratori per bambini e la struttura è predisposta a ospitare anche bambini non ebrei. A Tomsk da una ventina d’anni sono in corso restauri e acquisti di siti che appartenuti al mondo ebraico e nel 2018 la città, ha restituito la Sinagoga dei Soldati, una delle ultime sinagoghe in legno rimaste al mondo.

Arrivo dei bambini orfani di Odessa accolti dal primo ministro Bennet in Israele
Arrivo dei bambini orfani di Odessa accolti dal primo ministro Bennet in Israele (AP Photo/Maya Alleruzzo, Pool)

L’evacuazione dall’orfanotrofio di Odessa è stata possibile grazie alla sinergia di valori ebraici e valori umani condivisi. Un gruppo di bambini con i loro accompagnatori sono stati portati fuori dall’Ucraina, provvisoriamente sistemati in una sala da ballo di un albergo a Chisinau, capitale della Moldavia. Il gruppo, formato da 105 orfani ebrei, di cui 40 senza documenti e 15 membri di supporto. La fuga da Odessa è stata supportata dal contributo di uno sforzo congiunto di Chabab e della International Fellowship of Christians and Jewish (IFCJ), che ha finanziato l’operazione. La Moldavia è stata la prima tappa, poi il gruppo ha proseguito per Berlino e dopo 25 ore di pullman è arrivato all’aeroporto, dove si è imbarcato per Israele. Il rabbino Mendy Wolff, gestore dell’orfanotrofio, ha ringraziato la Moldavia per aver permesso al gruppo di entrare, nonostante molti fossero privi di documenti di viaggio.

Louis Armstrong ha indossato un ciondolo con la stella di David per tutta la sua vita adulta, in segno di gratitudine alla famiglia ebrea (Karnoffsky, ebrei lituani) che lo ha aiutato a crescere e lo ha trattato come uno di loro, conoscendo il degrado della sua famiglia. La signora Karnoffsky di notte gli cantava ninne nanne in yiddish e russo. Se penso a questo, mi rattristo e mi torna difficile accettare un orfanatrofio ebraico ed è proprio su questo che dobbiamo interrogarci.

Ai detrattori dello Stato Ebraico di Israele, sappiate che se non ci fosse Israele, queste operazioni ed altre di cui non siete e non sono a conoscenza, non sarebbero possibili.

Naftali Bennett, primo ministro israeliano, è volato a Mosca per dialogare con Putin. Fisicamente non lo metto in dubbio, ma ho buoni motivi per pensare che l’artefice sia stato Shlomo Dovber Pinchas Lazar, nato a Milano e ora Rabbino Capo della Russia. Per carità, la mia è una pura supposizione, espressa con la libertà che in Italia è ancora concessa.

Se metto nel piatto della bilancia il tanto decantato antisemitismo dell’Ucraina e quello, ora, non menzionato della Russia, non so quale dei due sia il peggiore e non so nemmeno se l’antisemitismo possa essere classificato: esiste ed è antisemitismo, grande o piccolo sempre antisemitismo è. Usare però l’antisemitismo come alibi, giustificazione o mezzo per questa schifosa guerra, voluta da Putin, proprio no.

Di certo la posizione dei Rabbini, in Russia e Ucraina è difficilissima, in Russia con il Rabbino Capo Lazar, che deve sostenere Putin ed il rabbino capo dell’Ucraina e di Kiev, Moshe Azman in sostegno di Zelensky. Comunque vada a finire, per entrambi c’è e ci sarà immenso dolore. Nella vittoria o nella sconfitta, io resterò, in questa circostanza dalla parte di Zelensky e del suo popolo che lo ha votato.