Nella difficile diatriba sull’origine del nome Scauri (di cui Vipiu.it si è occupata qui e qui) vanno fatte alcune considerazioni conclusive. La prima, è che l’origine del nome, qualunque essa sia, nulla può togliere alla bellezza naturale del luogo, alla posizione strategica alla foce di un fiume navigabile, il Garigliano, che si estende lungamente nel centro Italia, alla contiguità con sorgenti termali le cui acque sono tra le migliori d’Europa.
Tutti elementi che la cultura romana, e ancor prima quella aurunca/preromana, ha saputo valorizzare, facendo sì che proprio su quelle coste si sviluppasse una delle città sul Mediterraneo più importanti del tempo. Capace di produrre, commerciare, attrarre abitanti (emblematica è, in tal senso, la storia dello schiavo Hermia).
I patrizi romani non erano assolutamente insensibili a tutto ciò, e sapevano dove scegliere le proprie residenze estive. Scauri era dunque una di quelle località dove sorgevano quelle antiche ville, vicine all’importante città di Minturnae.
Se una di quelle ville fosse appartenuta a Marco Emilio Scauro, in fin dei conti, non è dato saperlo. Non ci sono prove inconfutabili di ciò, e la stessa assonanza del nome del romano con il toponimo non può provare granché, visto che nei quasi duemila anni successivi i toponimi dei centri minori (Scauri non è stato che un piccolo borgo fino alla seconda guerra mondiale) sono cambiati moltissimo, come dimostra anche lo studio di Cardillo e Miranda.
Il Comune di Minturno ha poi voluto nobilitare il proprio passato fregiandosi del nome dell’antico romano a cui pure è intitolato l’Istituto comprensivo statale (foto in copertina di ViPiu.it, ndr). Scelta piuttosto discutibile, però, perché Marco Emilio Scauro è rimasto alla storia per essere un politico abile, sì, ma avido, e forse corrotto e senza scrupoli.
Quel che resta, da questa diatriba sull’origine del nome Scauri, è il fatto che un luogo talmente bello, ricco di storia e di bellezze naturali, non sia stato preservato nella sua integrità, e tutt’oggi non se ne valorizzano a pieno le potenzialità.
La storia del luogo è quasi dimenticata, inclusa quella molto più recente e dolorosa della seconda guerra mondiale che ha fatto partire la Linea Gustav proprio da lì. Molte delle bellezze naturali sono state prima sepolte dall’edilizia selvaggia degli anni ’60 e ’70, e poi ferite dalla scarsa attenzione alla naturalezza sopravvissuta (la macchia mediterranea tra il monte di Scauri e il Porticciolo romano, per esempio, con un sentiero perennemente chiuso e immondizie abbandonate).
Senza contare il grave problema delle acque del mare, con la proliferazione di alghe deleterie che nel tempo rischiano di minare la sopravvivenza dell’ecosistema marino. E si potrebbe continuare per quesat area della Riviera di Ulisse, includendo le terme di Suio, di cui Vipiu.it si è occupato con un articolo specifico, gli ignorati Monti Aurunci, o la scarsa attenzione al decoro urbano. Ma sono temi diversi, che andrebbero presi in considerazione per se stessi.
Quel che interessa qui è che non è certo un nome conosciuto in epoca romana a dare i lustri ad una località. Bensì la cura che si presta a preservarne le ricchezze e valorizzarne le potenzialità.