Oro, Il Sole 24 Ore: “Per 30 volte al record nel 2024. Rialzi mai così intensi da 17 anni”

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Nel 2024 il prezzo dell’oro ha aggiornato per ben 30 volte il massimo storico, tre questa settimana e l’ultima ieri, a 2.685,42 dollari l’oncia sul mercato spot londinese.

L’edizione odierna de Il Sole 24 Ore dedica un ampio spazio al tema delle materie prime. Secondo Sissi Bellomo, che firma l’articolo dedicato al metallo prezioso per antonomasia, poche altre volte si sono registrati valori simili. “Il rally dell’oro oggi – si legge – non è altrettanto impetuoso (rispetto agli Anni ’70), ma il rialzo delle quotazioni – che da inizio anno supera il 30 per cento – rappresenta comunque una performance con rari precedenti. Se il 2024 finisse oggi, sarebbe superiore – sia pure di poco – a quella del 2010 (+29%), quando iniziavano a emergere i primi segnali della crisi del debito nell’Eurozona, e paragonabile a quella del 2007 (+32%), anno che ha preceduto la Grande crisi finanziaria e la recessione globale. Rialzi ancora più rilevanti non ce ne sono mai stati, 1979 a parte”.

Le maggiori banche prevedonp che, nei prossimi 6-12 mesi, questa tendenza proseguirà. “Il prezzo dell’oro del resto correva lo stesso, anche senza la stampella degli Etf e persino quando i tassi di interesse erano alti – riporta ancora Il Sole –, sostenuto da acquisti record delle banche centrali, dalle tensioni geopolitiche che spingono a cercare beni rifugio e fino a poco tempo fa da una forte domanda in Cina. Quest’ultima dalla primavera scorsa si è smorzata, forse proprio a causa dei prezzi record: Pechino da maggio ha interrotto l’accumulo di riserve auree e addirittura – cosa che non succedeva dal 2021 – in agosto non ha importato neppure un grammo d’oro attraverso la Svizzera (che tuttora è uno dei maggiori hub al mondo). In compenso il cambio delle politiche monetarie ha riacceso l’appetito degli investitori occidentali”.

Secondo l’analisi dell’autrice dell’approfondimento, alla recente corsa dell’oro hanno contribuito il primo taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve la settimana scorsa e l’annuncio quasi contemporaneo di una serie di stimoli in Cina. 

Fonte: Il Sole 24 Ore