All’ospedale San Bortolo di Vicenza neurochirurgia all’avanguardia grazie ad un’innovativa metodica laser

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La conferenza stampa dedicata sulle innovazioni della Neurochirurgia al San Bortolo

È una realtà sempre più all’avanguardia anche a livello internazionale la Neurochirurgia dell’ospedale San Bortolo di Vicenza: tre anni fa ha introdotto un’innovativa metodica laser per la cura di forme di epilessia resistenti al trattamento farmacologico, più recentemente la stessa tecnica è stata applicata anche per il trattamento di due tumori cerebrali in aree altrimenti inoperabili. I risultati di tale metodica sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa.

L’apparecchiatura “Visualase”, che rende possibile questo tipo di interventi, è stata donata circa tre anni fa dalla Fondazione San Bortolo, che in questo arco di tempo ha continuato a sostenere il progetto stanziando oltre 350 mila euro per l’acquisto delle sonde monouso (del valore di 8 mila euro ciascuna) necessarie per eseguire gli interventi: si tratta di un laser emesso da una fibra inserita all’interno di un catetere con un diametro di appena 2,5 millimetri, che proprio in virtù delle dimensioni estremamente ridotte può essere posizionato in esatta corrispondenza del punto del cervello da trattare. Tramite il laser, vengono “bruciati” con estrema precisione i tessuti cerebrali che presentano le lesioni da trattare. Il tutto avviene con il supporto di un sofisticato sistema di guida mediante le immagini acquisite con la risonanza magnetica. Una tecnologia all’avanguardia, utilizzata per la prima volta nel 2008 negli Stati Uniti e tuttora disponibile in pochissimi centri in Europa (in Italia sono solo 4, compreso l’ospedale San Bortolo), ma anche un importante lavoro di equipe che coinvolge neurochirurghi, neurologi, neuroradiologi, neuropsicologi, epilettologi ed anestesisti.

«I risultati ottenuti dal dott. Picentino con queste procedure sono veramente lusinghieri – ha spiegato il dott. Lorenzo Alvaro, direttore facente funzioni dell’U.O.C. di Neurochirurgia del San Bortolo – sia per quanto riguarda i tumori che per i pazienti con epilessia, di questi ultimi il 75% sono guariti completamente e il 25% hanno visto le crisi ridursi significativamente. La fibra viene introdotta in sala operatoria e si esegue poi la procedura in sala di risonanza con una durata tra le 2 e le 3 ore. Si riesce ad essere efficaci quindi in situazioni dove la microchirurgia è a rischio elevato, inoltre il post operatorio è più rapido, si risolve in 2 o 3 giorni di ricovero in reparto, e non richiede l’usuale monitoraggio con la prima notte in rianimazione».

Il dott. Massimo Piacentino, Alta Specializzazione di Neurochirurgia Funzionale, ha poi evidenziato che l’ospedale di Vicenza è al momento quello con la maggiore casistica in Italia: «22 procedure già eseguite, di cui 20 su pazienti affetti da epilessia e 2 su tumori cerebrali. La maggior parte dei pazienti epilettici hanno risolto il problema e hanno un follow up superiore a sei mesi. Altri vedono riduzione di intensità e numero delle crisi variabile tra il 65% e l’80%. Sono tutti casi in cui le lesioni epilettogene si trovavano vicine ad aree funzionali critiche oppure profonde: in passato questi pazienti farmacoresistenti erano destinati a continuare ad essere epilettici sia per la farmacoresistenza sia perché non operabili. Nei tumori i casi sono molto limitati e riguardano strutture profonde (tronco-cerebrali) dove accedere chirurgicamente comporta rischi elevatissimi per la vita».

Recentemente, come ha ricordato il dott. Lorenzo Volpin già Direttore di Neurochirurgia, il dott. Piacentino ha portato una presentazione sui risultati di questa procedura a convegni internazionali che si sono tenuti a Barcellona e a Stoccolma. «La ricerca di applicazioni tecnologico-cliniche sia tumorali che epilettologhe è sempre stato uno degli obiettivi che hanno guidato il reparto di Neurochirurgia quando ne seguivo la Direzione – ha aggiunto – Sono davvero contento che il lavoro prosegua in questa prospettiva grazie a un’equipe medica di grande professionalità e che si stiano ottenendo risultati importanti per tutta la Neurochirurgia».

Soddisfatta anche la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica, che ha sottolineato l’alto livello della neurochirurgia dell’ospedale San Bortolo: «Ancora una volta, in questo percorso di innovazione possiamo contare sul sostegno della Fondazione San Bortolo, che voglio ringraziare a nome di tutta l’Azienda ma anche di tutti i pazienti e dei loro familiari che abbiamo potuto curare con successo in questi tre anni».

«È per noi un dovere morale sostenere una équipe di medici del nostro ospedale così all’avanguardia. – ha concluso Franco Scanagatta, presidente della Fondazione San Bortolo – Abbiamo portato avanti il progetto di acquisto di Visualase e dobbiamo ringraziare la determinazione del dott. Lorenzo Volpin e la grande visione del dott. Massimo Piacentino e del dott. Lorenzo Alvaro, oltre che Giancarlo Dani, del Gruppo Dani di Arzignano, che ha da subito deciso di offrire il proprio contributo. Ogni intervento richiede una sonda ottica laser monouso che ha un costo di oltre 8mila euro cadauna. La Fondazione San Bortolo in questi anni ha continuato a donare queste sonde per un importo di oltre 350mila euro, permettendo di averne sempre a disposizione per gli interventi d’urgenza».