Osservatorio sulla violenza contro le donne: ok dal Consiglio Veneto all’unanimità

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Il Consiglio regionale del Veneto ha votato in modo unanime l’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla violenza contro le donne. Il Pdl 243, di cui è prima firmataria la Capogruppo Dem Vanessa Camani, è stato presentato in Aula dal Relatore, la consigliera regionale del Pd Chiara Luisetto. Il provvedimento era stato licenziato in modo trasversale dalla Quinta commissione in cui era incardinato.

“È importante questo progetto di legge di Vanessa Camani, perché credo che sia assolutamente necessario fare un passo in avanti verso la sensibilizzazione collettiva e il cambiamento culturale al fine di contrastare la violenza di genere e costruire una società davvero libera e sicura, in cui dalla protezione si passi al rispetto. Abbiamo bisogno di relazioni sane con l’altro che vanno insegnate fin dalla tenera età. Dobbiamo costruire un nuovo spazio di consapevolezza e libertà”, ha affermato il Relatore Luisetto.

L’Osservatorio regionale avrà il compito istituzionale di realizzare un costante monitoraggio del fenomeno della violenza di genere, attraverso la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati forniti dai Centri antiviolenza presenti sul territorio, dai servizi territoriali e da altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella rete antiviolenza. L’Osservatorio, composto di soggetti con comprovata esperienza nel settore, di nomina consiliare, si occuperà di studiare a fondo i fenomeni della discriminazione di genere e della violenza contro le donne, contribuendo altresì alla predisposizione di politiche innovative ed efficaci per la prevenzione ed il contrasto degli stessi. Attraverso l’attività di monitoraggio, analisi ed elaborazione di progetti e proposte, l’Osservatorio potrà diventare il luogo di eccellenza per lo studio dei fenomeni discriminatori e violenti contro le donne e contribuire così, da un lato, all’implementazione delle politiche pubbliche e, dall’altro, alla realizzazione di un cambiamento culturale profondo, sino al definitivo sradicamento della cultura del predominio maschile sulla donna.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin, diventato simbolo della lotta alla violenza di genere, ha fatto capire ancora di più la necessità di attuare politiche efficaci ed effettive per il contrasto e la prevenzione della violenza contro le donne e delle discriminazioni di genere. Secondo l’ultimo rapporto del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, dal 1° gennaio al 18 dicembre del 2023, sono state 115 le donne vittime di omicidio. Di queste, 94 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 61 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Con specifico riferimento alla Regione del Veneto, gli omicidi commessi in ambito familiare e affettivo che riguardano vittime di sesso femminile nel corso del 2022 sono stati 12, a fronte di un totale di 18, e quelli commessi dal partner o ex partner sono stati 8. I femminicidi, tuttavia, rappresentano soltanto una parte, certamente la più drammatica, del fenomeno della violenza di genere. È in realtà necessario tener conto anche dei cosiddetti ‘reati spia’, ovvero tutti quei delitti indicatori di una possibile violenza di genere, e del cosiddetto ‘numero oscuro’, rappresentato da tutte quelle violenze ai danni delle donne che non traspaiono dai dati ufficiali in quanto non denunciate alle autorità. Le aggressioni contro le donne vengono spesso perpetrate nel silenzio dei luoghi privati, nella quotidianità dell’esistenza, e rimangono lontane dall’eco degli organi di stampa e dal dibattito pubblico. L’annunciato epilogo del femminicidio non è altro che la radicalizzazione di queste violenze, spesso implicitamente accettate da una cultura dominante che ancora oggi considera la donna soltanto quale oggetto del possesso maschile.

In sede di discussione generale, il consigliere regionale Stefano Valdegamberi (Misto) ha accusato il provvedimento “di avere una connotazione ideologica. Il patriarcato c’è ma è presente laddove, in certe culture, alla donna non viene concessa alcuna libertà. Ma su questo fronte non vedo una significativa reazione”.

La prima firmataria del Progetto di Legge, Vanessa Camani, ha “subito ringraziato i colleghi che sono usciti dall’Aula, tranne i rappresentanti di Fratelli d’Italia, dopo le dichiarazioni di Stefano Valdegamberi, prendendone le distanze”. Camani ha quindi spiegato quanto previsto nel Testo, ricordando “la nascita del provvedimento, alla luce del femminicidio di Giulia Cecchettin, frutto anche del confronto con i consiglieri regionali. Perché Giulia avrebbe potuto, potrebbe essere mia figlia. Ma anche Filippo Turetta potrebbe essere mio figlio. Famiglie normali non sono riuscite a impedire la violenza. Ecco perché nessuno di noi è davvero al sicuro se non ci poniamo la questione del perché certe cose accadono. E noi vogliamo comprendere: ecco perché l’istituzione dell’Osservatorio regionale. La violenza di genere è il cuore del problema, non possiamo negarlo. La lotta al patriarcato deve essere un percorso fatto assieme, uomini e donne, non si deve ridurre a una guerra delle donne contro gli uomini; ma è un percorso che non si può fare solo in via legislativa. Le parole del padre di Giulia sono state importanti perché hanno dettato un metodo, mettendo da parte la logica del conflitto e cercando di cogliere da questa immane tragedia una opportunità. La Politica oggi non si gira dall’altra parte”.

Erika Baldin (M5S) ha sottolineato come “i reati di violenza contro le donne siano in aumento tra i giovani e bisogna quindi portare avanti un’opera di sensibilizzazione nelle scuole”, mentre Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo) ha evidenziato il “ruolo dei Centri antiviolenza”, ponendosi la domanda su “quanto sia necessario fare ancora per contrastare e prevenire la violenza contro le donne”. “Raccogliamo i dati e le testimonianze ricevute, mettiamo a frutto le audizioni fatte per prendere le decisioni opportune in futuro”, ha chiosato Ostanel.

Il consigliere Giuseppe Pan (Lega- LV) ha “preso le distanze dall’intervento del collega Valdegamberi”. “La violenza di genere è radicata in tutti i ceti sociali, un male che è interno alle persone, dovute a mille cose, una delle quali è legata alla gestione delle separazioni – ha aggiunto Pan – L’Osservatorio potrà aiutare a capire cosa si possa fare per contrastare la violenza contro le donne, partendo da un controllo di vicinato. C’è molto da lavorare nelle scuole e nel mondo giovanile, inquinato dai Social. Ed è presente un tema culturale legato alla religione: penso all’uccisione di Saman”.

Alberto Villanova (Lega- LV) ha ricordato come “da subito abbiamo appoggiato questa proposta normativa, rispetto alla quale non ci sono distinzioni partitiche ma la necessità da parte di tutti di gestire una situazione ormai inaccettabile. La Politica deve dare l’esempio, dobbiamo dare un messaggio di compattezza e unità: ecco perché chiedo il voto unanime”.

Il Presidente della Quinta commissione, Sonia Brescacin (Lega- LV), ha manifestato come “la violenza contro le donne è un dato certo, frutto di un fenomeno culturale traversale, che può avvenire in tutti i contesti. Colpisce più gli adulti ma l’attenzione va rivolta ai giovani per permettere loro di crescere in un contesto familiare il più normale possibile. Credo che sia giusto limitare l’uso del cellulare e dei Social in tenera età. L’Osservatorio regionale potrà essere un utile strumento per dare risposte concrete, creando una rete di protezione e ascolto, un supporto culturale per tutte le donne vittime di violenza”.

Il Presidente della Sesta commissione, Francesca Scatto (Lega- LV), ha ribadito che “siamo stanche di scarpette e panchine rosse: oggi abbiamo l’opportunità di agire in modo concreto con questo Pdl per il quale ringrazio la collega Camani. Una proposta normativa che non parla solo di violenza di genere, ma anche del contesto che vi gravita attorno. Dobbiamo creare una sinergia, un contesto favorevole per favorire le pari opportunità”.

Il consigliere Marco Zecchinato (Lega- LV) ha sottolineato come “nella proposta di legge ci sia il coinvolgimento di vari soggetti, come la commissione regionale per le pari opportunità. L’Osservatorio potrà agire su tutte le componenti che fanno parte del problema”.

Laura Cestari (Lega- LV) ha posto l’attenzione sulla “pulizia del linguaggio quando si parla di donne. Dobbiamo tutti farci portavoce del rispetto che gli uomini devono avere nei confronti delle donne, ma anche di quello che le donne devono avere nei confronti delle altre donne”.

Andrea Cecchellero (Lega- LV) ha condiviso “questo provvedimento, nella speranza di poter costruire una società in cui non sia più necessario tutelare le donne, ma che consenta loro di vivere e lavorare in libertà”.

Renzo Masolo (Europa Verde), dopo aver citato Berlinguer, ha ribadito la “necessità di avviare un’opera di sensibilizzazione collettiva contro la violenza di genere, raccogliendo dati e investendo nell’educazione alla parità e al rispetto, a un linguaggio non violento e discriminatorio”.

Anna Maria Bigon (Pd) ha giudicato “molto favorevolmente l’istituzione dell’Osservatorio regionale. Dobbiamo partire dal mondo della scuola, educando all’affettività e alla gentilezza, ma dobbiamo agire anche nel mondo del lavoro, fino ad arrivare agli uomini, capendo che la violenza parte dalle parole. Le persone devono capire che le istituzioni sono vicine”.

Francesca Zottis (Pd) ha sottolineato come “il provvedimento di oggi aiuta a costruire un percorso comune. L’Osservatorio potrà diventare anche un momento di raccolta e condivisione del quotidiano. E la pacatezza con cui abbiamo trattato la questione rappresenta un bel messaggio da portare all’esterno, perché tutto parte dal linguaggio che usiamo”.

Per Lucas Pavanetto (FdI) “l’Osservatorio aiuterà a capire cosa le istituzioni possano fare per contrastare la violenza di genere. Vanno aiutati i Centri antiviolenza e ampliati laddove necessario. Il focus di questo Pdl vuole dare ancora di più alle istituzioni lo strumento per capire e poi colpire in modo puntuale il problema, con il fine di eliminarlo”.

Elisa Venturini (FI) ha posto l’accento sul fatto che “la violenza ha radici profondissime, c’è sempre stata ed è quindi molto difficile da sradicare. Ma vogliamo condividere un valore come il rispetto, che va divulgato”.

Fabiano Barbisan (Lega- LV) ha affermato come “bisogna avviare l’azione educativa nelle famiglie e poi portarla nelle scuole. È una questione di sana educazione per costruire una uguaglianza vera”.

Arturo Lorenzoni (Portavoce opposizione) ha detto che “la discussione è stata importante perché ha avviato una sensibilità condivisa verso una violenza che ci colpisce. L’Osservatorio potrà dare delle risposte, portando nelle scuole la sensibilità al rispetto”.

Roberto Bet (Lega-LV) ha ricordato come “la Repubblica Serenissima era unica, al tempo, nel valorizzare il ruolo delle donne. È importante mantenere viva questa tradizione al rispetto, aggiornandola al contesto attuale. L’Osservatorio potrà raccogliere dati e approntare azioni di prevenzione, costruire una rete che tuteli le donne contro ogni forma di violenza”.

Marco Andreaoli (Lega- LV) ha posto la “necessità di lavorare sulla prevenzione, educando i giovani uomini a accettare i rifiuti. Bisogna insegnare ai genitori come si deve insegnare ai figli. E insegnare a tutte le donne che ciascuna ha dentro di sé la forza di bastare a sé stessa”.

Alberto Bozza (FI) ha condiviso, citando “Shakespeare, importante per la città di Verona, l’utilità dell’istituzione dell’Osservatorio regionale quale strumento per cambiare la cultura alla base della violenza di genere”.

Silvia Cestaro (Lega-LV) ha denunciato come “manca una rete di protezione, si sottovalutano i segnali premonitori della violenza di genere. Certe persone, che possono nascere da qualsiasi contesto familiare, in tutto il Mondo, pensano che la donna sia un proprio oggetto, sono molto egoisti. L’Osservatorio potrà essere utile per costruire un mondo migliore; ci aiuterà ad aprire gli occhi sulla situazione reale”.

L’Assessore alla Sanità e al Sociale, Manuela Lanzarin, ha sottolineato l’importanza di “fare squadra contro una piaga sociale, culturale ed economica, che ha tante radici, che ci è vicina. Una piaga che dobbiamo cercare di contrastare in tanti modi, con leggi e altri strumenti. La strada è ancora lunga, e parte dall’ascolto e dalla cultura del rispetto. È importante fare rete e l’Osservatorio regionale, assieme ad altri soggetti, elaborando e analizzando i dati, potrà aiutarci a comprendere le azioni utili da intraprendere, allargando il più possibile la conoscenza e la sensibilizzazione, usando un linguaggio in grado di contraddistinguerci”.

Tra gli emendamenti votati, una proposta emendativa della Camani prevede di conferire il titolo di Presidente onorario dell’Osservatorio a una persona che nel Veneto si sia particolarmente distinta per attività svolte in campo istituzionale, culturale e sociale nel contrasto alla violenza di genere e nella costruzione di una cultura di parità, particolarmente tra le nuove generazioni. Il Presidente onorario avrà funzioni rappresentative, consultive e di promozione istituzionale. Un emendamento proposto da Silvia Maino (Lega-LV) prevede di sostenere i minori orfani di madre deceduta a causa di violenza o vittime di violenza assistita, mentre un altro, presentato dalla stessa consigliera, coinvolge “nella filiera positiva”, le associazioni, le fondazioni e le organizzazioni operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alle donne vittime di violenza, le farmacie pubbliche e private.

Un ordine del giorno della stessa Maino ha chiesto un impegno da parte della Giunta regionale affinché si semplifichi e si velocizzi la procedura per accedere ai fondi a favore dei minori orfani di madre deceduta a causa di violenza o vittime di violenza assistita.

Un odg, illustrato in Aula da Enoch Soranzo (FdI), ha chiesto un impegno della Giunta per potenziare i Centri antiviolenza sul territorio regionale e per rafforzare il ‘kit di salvezza’ per le donne vittime di violenza.