Alla prima convocazione del consiglio comunale, in cui per la prima volta si sono riunite le appena formate maggioranza ed opposizione, il candidato sindaco uscito sconfitto dalle elezioni amministrative dello scorso 10 giugno, Otello Dalla Rosa, che ha aderito al gruppo del Partito Democratico (7 consiglieri sui 12 di opposizione) da cui è stato indicato come leader, non ha di certo lasciato da parte le critiche “prenentive” verso il sindaco eletto Francesco Rucco, facendosi portavoce di un’opposizione che è parsa da subito agguerrita e che ha tutta la volontà di essere “seria e costruttiva; in aula e in città sarà attenta a tutto ciò che accade“.
Se da un lato Dalla Rosa ha preso atto della sconfitta, dichiarando “la campagna elettorale è finita” e augurando al neo sindaco “spero possa svolgere il ruolo che la città le ha dato“, è parso ad ogni modo agguerrito, seppur in maniera pacata, nel far valere le proprie ragioni e quelle dei consiglieri che per cinque anni è presumibile (in politica mai avere certezze, ndr) che saranno l’opposizione.
“Signor Sindaco, non la accuserò di avermi copiato l’idea di prendersi la delega sulla sicurezza” ha esordito, “anche perché l’interpretazione che le sta dando è quanto di più lontano dalla nostra idea di degrado e sicurezza“. “Però una cosa mi ha fatto piacere. Oggi, dopo 7-8 mesi spesi a dire il contrario, ha finalmente detto che Vicenza non è un far west” ha aggiunto il leader dell’opposizione in riferimento al tema su cui Rucco ha puntato per vincere queste elezioni, la sicurezza, aspetto nel nome del quale Vicenza è stata descritta nei mesi di campagna elettorale come pericolosa e degradata con Dalla Rosa che sorvola, però, sul fatto di averne spesso seguito e inseguito la strada.
Dalla Rosa poi ha spostato l’attenzione su quello che si è rivelato, nel proseguo dell’assemblea, il motivo di maggiori critiche dei consiglieri dell’opposizione alla maggioranza: il caso dei like e delle frasi nazi-fasciste postate alcuni anni fa su Facebook da alcuni candidati a sostegno di Rucco, poi votati dai vicentini come consiglieri (come nel caso del giovane Leonardo De Marzo, ieri presente in Sala Bernarda). Dalla Rosa invoca la Costituzione e ricorda che, come per i costituenti del 1948, l’antifascismo è e deve essere un valore fondamentale anche per Vicenza, città decorata con due medaglie d’oro. “Non posso dimenticare che di fronte ha una serie indicibile” ha detto rivolto a Rucco, “di affermazioni fatte sui social, con tutto un campionario della peggiore destra, che lei stesso ha definito molto gravi. Lei si era impegnato a chiedere un passo indietro a quei consiglieri, ha fatto una dichiarazione pubblica su giornali e televisioni, che però si è rimangiata dopo avere assunto la carica di sindaco“.
L’attacco deciso di Dalla Rosa è continuato poi con alcune considerazioni riguardo la posizione presa sulla questione da parte della maggioranza, secondo la quale i consiglieri finiti qualche settimana fa al centro dello scandalo avrebbero fatto un percorso formativo che li avrebbe allontanati da certe esternazioni effettuate sui social diversi anni fa. Ha poi aggiunto, di nuovo verso Rucco, “o la sua parola vale poco, o lei è ostaggio della sua maggioranza“, rimarcando quanto secondo lui sia grave che quanto dichiarato dal neo sindaco in seguito all’emersione del caso non sia stato poi rispettato.
Un’altra critica esposta dall’ormai ex candidato sindaco di centro sinistra è stata quella riguardo alla proposta dell’assessore Matteo Celebron di cambiare il nome al Parco della Pace, una proposta che non vede ancora chiara la posizione del nuovo sindaco e per la quale è forte la perplessità sulla scelta di sostituire la parola pace: “non mi risulta che pace sia un tema di parte, generalmente è considerato un valore universale e condivisibile“.
Dalla Rosa verso il termine dell’assemblea, dopo le critiche espresse, ha affermato “la campagna elettorale è finita“, augurandosi che da adesso in poi cominci il lavoro vero, ribadendo però che l’incongruenza “tra ciò che si è detto e ciò che fino ad ora si è fatto” non è accettabile da quell’opposizione della quale si è fatto portavoce e che l’ha motivata nell’astenersi dal voto sulle condizioni di eleggibilità del sindaco e dei consiglieri, poi approvate.
Una delle ultime immagini delle prima assemblea del consiglio comunale di giovedì 28 giugno è quella che vede i consiglieri dell’opposizione esporre dei cartelli riportanti la frase “RESTIAMO UMANI” (riferimento all’articolo 2 della Costituzione), durante il momento del giuramento, proprio sulla Costituzione, dell’ormai ufficiale nuovo sindaco, Francesco Rucco, che per cinque anni amministrerà Vicenza con un’opposizione che sarà, quantomeno, agguerrita.
E, si spera, costruttiva come hanno sottolineato Isabella Sala e Cristina Balbi, eletta dall’assembela coem vice presidente del Consiglio comunale in quota opposizioni.