Ottobre: mese del benessere psicologico. Lo psicologo, prezioso alleato di avvocati e giudici nei Tribunali

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Psicologo giuridico forense, consulente tecnico psicologia in tribunale
Psicologo giuridico forense, consulente tecnico psicologia in tribunale

Psicologo e avvocato, per quanto professione e operato possano apparire relativamente differenti, ma nella pratica si occupano, in un certo senso, della stessa materia: l’Uomo. Sono proprio le differenze tra il mondo psicologico e quello giuridico-forense che ne garantiscono una collaborazione efficace e funzionale fatta di incastri e scambi, che permette di garantire un’assistenza completa, declinata al benessere del cliente. Sono figure sempre più importanti e imprescindibili in diversi procedimenti giudiziari, nell’ambito extra giudiziale e giudiziale.

Facciamo un po’ di chiarezza, in questo che è il mese del benessere psicologico , con qualche esempio, attraverso la mia esperienza in qualità di psicologa giuridica e forense e di giudice onorario.

Una giustizia a misura di bambino?

Corte d’appello per i minorenni di Venezia
Corte d’appello per i minorenni di Venezia

La mia nomina come Consigliere Onorario (Corte d’appello per i minorenni di Venezia)  è avvenuta nel 2020 e fin dal primo giorno i giudici togati si sono avvalsi della mia competenza in ambito psico-pedagogico, attraverso una condivisione attenta e consapevole, di pensieri, di opinioni e di valutazioni in una rete relazionale dialogica, che ha messo noi professionisti tutti sullo stesso piano. Una regia della giustizia che si trasforma e si modula, se ad entrare c’è un minore da ascoltare. Lì i giudici tolgono, in un certo senso, la toga e scendono dalla “cattedra” perché il diritto di ogni bambino di esprimere la propria voce è il seme che cresce in un giardino di democrazia e uguaglianza.

Aula di tribunale
Aula di tribunale

Ci sono stati innumerevoli casi giudiziari, anche di notevole interesse mediatico, che, per quanto mi riguarda, hanno rafforzato la volontà di far capire quanto sia importante che i cittadini credano nella giustizia. Ma al tempo stesso è visibile quanta fatica i giudici cercano di conciliare l’applicazione della legge con la priorità assoluta: il benessere psicologico del minore. Sempre rimanendo alla mia esperienza ringrazio di cuore tutti i giudici togati con cui ho avuto il privilegio di lavorare fino ad oggi, per le  conoscenze, il supporto e soprattutto l’umanità, che hanno contribuito a plasmare la professionista che sono diventata.

Un largo contributo gli psicologi lo possono offrire anche agli avvocati, nella preparazione della loro attività difensiva. Quando non c’è l’accordo tra i partner che si separano, dopo un matrimonio o una lunga convivenza, l’alta conflittualità fa spesso dimenticare di essere sempre e comunque una coppia genitoriale. Capita così che si finisca davanti a un giudice, al quale spetta il delicato compito di decidere del destino del minore. Per farlo, il magistrato può chiedere l’ausilio di un psicologo, consulente tecnico d’ufficio CTU, al quale affidare il compito di valutare le competenze genitoriali di entrambi gli ex coniugi, il loro rapporto con il figlio, il loro stato psicologico e/o anche quello del bambino/ragazzo.

Le parti, a questo punto, possono chiedere, ad esempio, il mio supporto o quello di un collega psicologo come consulente tecnico di parte (CTP): in questo caso si assiste uno dei soggetti coinvolti nel processo, partecipando in prima persona a tutte le attività peritali del CTU nominato dal Giudice.

In altre situazioni, come nel caso di affido esclusivo dei figli ad un solo genitore, se c’è l’accordo tra i partner, può accadere che siano gli stessi avvocati a rivolgersi a uno psicologo qualificato per essere supportati nella proposta al giudice attraverso una valutazione delle capacità genitoriali, per evitare lunghi percorsi giuridici e presso i Servizi Sociali.

Vi sono poi, quelle sentenze, che portano con se echi psicologici che influenzano il quotidiano, sotto forma di inappetenza, insonnia o sintomi psicosomatici (emicrania, gastrite, etc…), emozioni difficili da gestire, come: rabbia, delusione, risentimento, sensi di colpa etc. In breve, l’intero iter giudiziario e il suo strascico sono un’esperienza che richiede l’attivazione di nuove risorse e nuovi strumenti al fine di ristabilire un nuovo equilibrio. Ciò che viene messo in gioco è la percezione di sicurezza e di auto-efficacia, la consapevolezza dei limiti e delle risorse interne o esterne. In questi casi è utile un intervento psicologico o una psicoterapia allo scopo di elaborare e contenere questi sentimenti per favorire il superamento del momento critico.

Tutte queste esperienze, dentro e fuori dal tribunale, hanno unito la mia giovane curiosità per la giurisprudenza alla mia passione per la psicoterapia, perché gli ambiti in cui la Psicologia può camminare a braccetto con la Giustizia sono sicuramente svariati e molteplici.

Bibliografia:

La nuova CTU psicologica dopo la Riforma Cartabia, Maria Cristina Passanante e Stefania Tucci

La consulenza tecnica di parte in ambito clinico-forense. Pratica, metodologia, formazione, di Fabio Marcheselli