Il 22 giugno 1946, il Ministro della Giustizia, il comunista Palmiro Togliatti, membro del Governo De Gasperi, emanò il Decreto Presidenziale n° 4 che, aveva lo scopo di giungere ad una pacificazione nazionale, al fine di ricostruire il paese distrutto dalla guerra. Passati 70 anni, siamo al punto di partenza. Stesse accuse, distorsioni, come se fossimo ancora in guerra e l’avversario politico fosse un nemico da uccidere. Esprimere le proprie idee oggi è pericoloso, difficile il dialogo, le ferite dei tragici eventi, non sono ancora chiuse e si ripetono ad ogni “commemorazione”.
Credo sia giunto il momento per l’ autorità civile e politica, di aprire gli armadi, fare chiarezza sul periodo più buio del nostro passato, senza nascondere nulla dei crimini perpetrati sulle persone, nel corso degli anni 1945/46/47 cioè a guerra finita. Gli italiani, dovrebbero conoscere la verità sul nostro passato. Libertà e democrazia lo esigono. Un esempio, la data del 25 aprile festa ?nazionale? fu una decisione milanese, frettolosa, partigiana, non corrispondente alla liberazione d’Italia, ma solo di Torino e Milano, mentre nel resto del paese la tragedia continuava. La data del 25, fu confermata nel 1949. La fretta nella decisione, aveva lo scopo di anticipare l’arrivo degli anglo-americani nell’occupazione dei territori Veneti e Friulani.
Vicenza, fu liberata dagli americani, il 28 aprile 1945, con l’ingresso dei carri armati in Piazza dei Signori. Udine, fu liberata il 1° maggio 45. Nel frattempo, prima che gli anglo-americani entrassero a Trieste, l’Esercito comunista titino, con soldataglia croata, slovena e comunisti dalmati, occupava il territorio spostando i confini, al solo scopo di mettere davanti al fatto compiuto gli alleati che stavano arrivando. Il 25 aprile 45, è anche la data della fucilazione di Mussolini. Ho trovata orrenda la foto dei corpi di Mussolini e Petacci, appesi per i piedi a Milano, il 28 aprile 45, in Piazza Loreto. Fu cosa buona e giusta? Aprire gli archivi, leggere i documenti, esporre i fatti, ma senza interpretazioni partitiche sarebbe doveroso. La seconda medaglia d’oro alla Città di Vicenza è datata 28 aprile 1945. La storia patria, il nostro vissuto, è fatto anche di stragi, vendette, agguati, assassini, perpetrati per mesi dopo la fine della guerra. La strage di Schio del 6 luglio 45, con 54 morti è un esempio. La strage di Oderzo in quel di Treviso, tra il 30 aprile e 15 maggio esecuzione di 113 militari; strage di Carbonera 83 morti per rappresaglia tra il 27 aprile e i primi di maggio e ancora il triangolo della morte rossa in Emilia Romagna. A Vicenza, la tragedia ?dimenticata? del 28 aprile 1945, da Ca’ Tosate, alle Maddalene, 37 morti.
Sarebbe ora di parlarne, un racconto senza processi e senza ideologie.
(nella foto la lapide in Municipio datata 28 aprile 1945)