Padre e figlio colpiti da cacciatori nel Trevigiano, Zottis e Zanoni (PD): “potevano morire nel loro giardino, misure più severe”

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Stop al piombo nelle cartucce da caccia fondi per la veneto

“Hanno rischiato di essere ammazzati da un colpo di fucile, mentre si trovavano nel giardino di casa, e chi ha sparato, anziché allertare i soccorsi, ha cercato di scappare. È un comportamento delinquenziale; ringraziamo carabinieri e forestale per il pronto intervento, i due cacciatori sono stati bloccati, l’augurio è che paghino duramente per quanto fatto. Ma non possiamo continuare con questo bollettino di guerra ogni fine settimana: in troppi se ne fregano delle regole, a partire dalle distanze minime previste per legge. Servono sanzioni più severe, che prevedano anche l’arresto”. Così Andrea Zanoni e Francesca Zottis, consiglieri regionali del Partito Democratico, intervengono in un comunicato sull’episodio accaduto al confine tra Monastier e Fossalta di Piave, vittime un papà e il neonato che teneva in braccio, colpiti da un cacciatore che stava sparando a una lepre.

“Vogliamo esprimere gli auguri per una pronta guarigione. Comprendiamo il loro spavento e la loro rabbia: hanno fatto bene ad avviare un’azione legale. Come si possa fuggire, omettendo il soccorso, dopo un episodio del genere, è una domanda legittima – affermano i consiglieri – è inquietante sapere che per qualcuno è una cosa del tutto normale. Nel Piano faunistico venatorio di prossima approvazione presenteremo una serie di emendamenti che prevedono sanzioni e provvedimenti disciplinari durissimi per chi spara vicino alle case; dobbiamo scoraggiare certi comportamenti che possono finire in tragedia. Vedremo se Lega e Fratelli d’Italia li bocceranno come d’abitudine”.

“Per casi come questo – spiegano Zanoni e Zottis – va prevista la revoca della licenza di caccia a vita. Tra le misure utili vanno considerate: il raddoppio delle distanze di sicurezza dove vige il divieto di caccia da case e strade; l’obbligo di una pettorina con un numero alfanumerico così da poter individuare i cacciatori a distanza ed evitare che scappino in caso di incidente; l’espulsione immediata dall’Ambito territoriale di caccia; l’abolizione della norma sul nomadismo venatorio voluta nella scorsa legislatura dall’allora consigliere Berlato che consente alle doppiette di spostarsi in tutto il Veneto, dai confini con la Lombardia a quelli con il Friuli”.

“Con questo episodio – concludono Zanoni e Zottis – siamo già a sei feriti dall’inizio della stagione venatoria: una 51enne colpita a un occhio mentre passeggiava in campagna a Santa Maria di Zevio, un ciclista centrato a San Giovanni Ilarione, oltre a due cacciatori, uno in Val Tramigna e l’altro a Meduna di Livenza. Fortunatamente non ci sono stati morti, ma non è un valido motivo per far finta di niente”.