«È in Gazzetta Ufficiale il provvedimento che prevede la dicitura “madre” e “padre” per la carta di identità dei minorenni anziché “genitori“»: così si legge da pochi minuti su Repubblica.it del decreto fortemente voluto dal ministro Salvini che prevede il reintegro dei ruoli biologici al posto del generico “genitori”, una misura bocciata sia dal garante della Privacy, per “gli effetti discriminatori che necessariamente ne conseguono per il minore” che dall’Anci e dal M5S del collega ministro Di Maio.
Leghisti e pentastellati non trovano, quindi, il tempo di sedersi intorno a un tavolo per risolvere il dramma degli indennizzi promessi in campagna elettorale alle vittime delle banche perché dedicano quasi tutto il loro tempo a litigare su questioni di ogni tipo, etiche come questa o da prima repubblica come nomine e careghe, e ad andare anche e sempre in giro per l’Italia a fare comizi e proclami lontano dai ministeri di cui sono a capo e da palazzo Chigi da cui (non) governano l’Italia.
Sempre da Repubblica.it si apprende, infatti, che «è sempre più difficile trovare l’accordo nel governo per le modalità di rimborso ai risparmiatori. Nel pomeriggio fonti del governo avevano confermato che la norma attuativa sarebbe stata inserita nel decreto crescita, e che nei giorni successivi ci sarebbe stato anche il decreto attuativo pubblicato dal ministero dell’Economia. Ma alle 19 il Ministro per i rapporti con il parlamento, Riccardo Fraccaro, ha diffuso invece una nota per spiegare che domani nel Consiglio dei Ministri non verrà approvata alcuna norma che riguarda il decreto risparmiatori».
Ma, cosa più grave, riferisce la stampa, tra cui TgCom24, è che al Mef si pensa di bypassare le obiezioni europee inserendo nelle norme attuative del Fondo Indennizzo Risparmiatori una forma di tutela per i funzionari che le attueranno ma che potrebbero essere chiamati in causa dalla Corte dei Conti.
Insomma, si sa che le regole non vanno e allora si scudano, con quale esito ed efficacia non si sa, i funzionari se questi saranno disposti a correre il rischio, comunque, sotteso dallo scudo stesso.
Si scriva pure madre e padre nelle carte di identità verrebbe da dire, se non fosse l’ennesima meschina trovata elettorale per giunta sulla pelle dei bambini, ma vengano fuori i genitori di queste idee di scudo da Repubblica delle banane!