Palazzo Chiericati, la grande tela di Luca Giordano in mostra a Parigi e a Napoli

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La grande tela del maggior pittore napoletano del Seicento, Luca Giordano, ha lasciato ieri la pinacoteca di Palazzo Chiericati per raggiungere prima Parigi e poi Napoli.
Il dipinto “Enea reso immortale da Venere” (1685), di proprietà dei Musei civici di Vicenza e conservato nel salone d’onore del palazzo palladiano, è stato richiesto in prestito per essere esposto nell’ambito della mostra monografica “Luca Giordano (1634-1705). Le triomphe de la peinture napolitaine” che verrà allestita al Petit Palais dal 12 novembre 2019 al 23 febbraio 2020 e poi al Museo di Capodimonte (dal 18 aprile al 25 luglio 2020).
In cambio, per tutta la durata del prestito, Vicenza riceve dal Museo di Capodimonte l’olio su tela “Bagno di Diana” di Francesco de Rosa detto Pacecco (Napoli 1607-1656) che proprio ieri è stato collocato all’interno della cornice del dipinto di Giordano, rimasta in città.
“E’ un onore per noi partecipare con una nostra opera, uno dei dipinti più importanti di Luca Giordano, alla mostra dedicata al pittore partenopeo che verrà accolta a Parigi nella prestigiosa sede del Petit Palais, nel cuore della città, e in uno dei più importanti musei italiani, quello di Capodimonte a Napoli – spiega l’assessore alla cultura Simona Siotto -. Andiamo così a rafforzare ulteriormente la collaborazione con la Francia a seguito della visita del funzionario del Ministero della Cultura francese giunto in sopralluogo alcuni giorni fa in Basilica palladiana per verificare l’adeguatezza degli spazi in vista dell’arrivo di due opere  provenienti dal Museo Picasso di Parigi e dal Musée Fabre di Montpellier che verranno collocate nell’ambito della mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”. Durante la visita l’ispettore ha garantito i prestiti e future collaborazioni”.
“Enea reso immortale da Venere”, olio su tela del 1685, di Luca Giordano, grande 258 per 314 centimetri, raffigura un passo delle Metamorfosi di Ovidio che descrive l’anziano Enea sostenuto da cinque ninfe e confortato dalla madre Venere che, domandato il permesso a Giove di renderlo immortale, ordina al fiume Numico di lavar via tutto quello che di umano vi è nel figlio. Venere quindi scende con un cocchio dal cielo e versa tra le labbra dell’eroe, con una brocca, l’ambrosia che lo renderà immortale. Luca Giordano ambienta il racconto in un paesaggio fluviale, in cui Venere, le ninfe e la personificazione del dio Numico sono disposte ai lati come quinte teatrali e suggeriscono allo spettatore di concentrare l’attenzione al centro per seguire una fuga prospettica verso lo sfondo di acquitrini e montagne.
“Bagno di Diana”, olio su tela del 1644-45 di Francesco De Rosa detto Pacecco, grande 200 per 256 centimetri, raffigura Diana e le ninfe che stanno per essere sorprese alle spalle dei giovane Atteone, come raccontano, anche in questo caso, le Metamorfosi di Ovidio. La scena grazie all’adozione di una quinta paesaggistica piuttosto ravvicinata, viene proiettata in un’alcova naturale.
La mostra “Luca Giordano (1634-1705). Le triomphe de la peinture napolitaine” vedrà come protagonista il maggior pittore napoletano del Seicento, uno degli ultimi artisti meridionali di fama europea che ha realizzato un gran numero di opere, superato, all’epoca, solo da Rubens e nel periodo moderno da Picasso.
La mostra, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, raccoglierà circa 85 dipinti su tela, ma anche disegni e fotografie. La maggior parte delle opere sono di Giordano ma saranno presenti anche altri artisti.