Palazzo delle Poste, Tar annulla permesso di costruire. Asproso al Comune: “palese forzatura”

194
Palazzo delle Poste

E’ notizia di oggi dell’annullamento – è scritto in una interrogazione di Ciro Asproso – da parte del Tribunale Amministrativo Regionale, del permesso di costruire rilasciato alla Dervall Immobiliare nell’aprile del 2018:

“… Il Collegio ritiene che l’intervento assentito con il permesso di costruire in contestazione non sia riconducibile alla nozione di restauro conservativo prevista dall’art. 3, c. 1, lett, c DPR 380/2001, atteso che le rilevanti modifiche apportate al prospetto dell’edificio non si conciliano con le finalità e la natura di tale tipologia d’intervento, mirante alla conservazione “degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo”. Il prospetto, infatti, risulta totalmente diverso da quello preesistente”.

In due precedenti Interrogazioni chiedevo di salvaguardare la preminenza dell’interesse pubblico e di revocare il Permesso di costruire, ora che la sentenza del TAR è intervenuta a correggere l’errore amministrativo del Comune non posso che dirmi sollevato. Ciò detto, la cosa non mi procura soddisfazione, ma sommo rammarico per una censura giudiziaria di cui avremmo fatto volentieri a meno.

L’estratto della sentenza, su riportato, descrive in maniera plastica i termini della questione: il restauro re-interpretativo, come fu definito nella Relazione Tecnica di progetto, non è consentito, in quanto verrebbero meno le finalità di tutela e preservazione dei caratteri identitari del centro storico della città.

Al riguardo, rilevo che il permesso di costruire fu rilasciato in aperto contrasto con l’art. 9 delle NTA del Piano Particolareggiato del Centro Storico e l’art. 36 delle NTO del Piano Interventi.

L’ultimo comma dell’art. 9 del PPCS recita quanto segue: “Ogni altro intervento sugli edifici di cui ai precedenti commi e particolarmente sulle loro configurazioni esterne ed interne e le costruzioni di nuovi edifici, possono essere autorizzate solo previa approvazione, da parte del Consiglio comunale di un piano di insieme comprendente l’intero comparto o sub comparto urbanistico”.

Il Consiglio comunale, nel 2012, si è effettivamente pronunciato, ma solo per dare parere favorevole alla parziale modifica di destinazione d’uso del Palazzo delle Poste, (come previsto dall’art. 5 della NTA del PPCS), non per approvare un Piano di comparto urbanistico, né per autorizzare la costruzione di improbabili appartamenti di lusso con tanto di vetrate a vista.

Tutto ciò considerato si CHIEDE, al Sindaco e all’Assessore all’Urbanistica:

Se non ritengono che, da parte degli Uffici preposti, vi sia stata una palese forzatura interpretativa e una grave prevaricazione delle competenze e del ruolo del Consiglio comunale?

Da oltre un anno non si è più avuto notizia del nuovo Piano Particolareggiato del Centro Storico. Come si intende preservare gli edifici e le parti di città che rivestono un carattere storico, artistico, e di particolare pregio ambientale?

Come si pensa di tutelare i caratteri identitari del centro cittadino?