Il primo cittadino di Vicenza Francesco Rucco e l’assessore al bilancio Marco Zocca si sono confrontati questa mattina con i componenti della maggioranza su un tema di grande interesse che ruota attorno al futuro di Palazzo Thiene, lo storico immobile costruito nel ‘400 con la porzione di contra’ Porti e successivamente nel 1544 con la porzione palladiana, che fu sede della Banca Popolare di Vicenza dal 1870 fino al fallimento dell’istituto bancario degli ultimi anni.
Dalla maggioranza il sindaco ha ottenuto il via libera a rispondere alla manifestazione di disponibilità alla vendita da parte della proprietà Immobiliare Stampa Spa, che agisce per conto del fondo americano Bain Capital Credit, dopo che la stessa ha ricevuto proposte di acquisto da parte di privati e di altre fondazioni.
Vista la particolarità e l’importanza per Vicenza di questo vero e proprio simbolo della città, la proprietà ha manifestato la volontà di aprire una trattativa privata prioritariamente con il Comune al fine pervenire ad un eventuale acquisto diretto.
“Ho voluto fare un passaggio con la maggioranza – dichiara il sindaco Francesco Rucco – perché la questione riguarda una ferita latente per i vicentini. Ringrazio la proprietà per averci dato questa possibilità dimostrando una grande disponibilità, frutto di un intenso rapporto fatto di numerosi incontri a fari spenti. In questo momento storico c’è il rischio che, se il Comune non dovesse giocare un ruolo attivo, anche questo bene prezioso della città potrebbe cadere in mano privata con il rischio di vederne stravolta l’integrità o, peggio ancora, diventare oggetto di speculazioni edilizie. Vogliamo verificare concretamente la possibilità di acquisto definitivo di Palazzo Thiene da parte del Comune, anche perché dal Mibact e dallo stesso ministro Franceschini nessuno, anche della precedente amministrazione comunale, ha mai ricevuto risposta alcuna alle tante sollecitazioni fatte negli anni, l’ultima giusto un mese fa. Sulle funzioni e sulla gestione ci sarà, eventualmente, occasione di confronto con le varie fondazioni e le categorie economiche della città, ma sicuramente un nuovo polo museale potrebbe ampliare la già vasta proposta culturale esistente, anche in ottica della prossima candidatura di Vicenza come capitale italiana della cultura per il 2024. In questo modo, non solo si andrebbe a restituire ai vicentini un patrimonio che ogni singolo ex socio della banca ha perduto, ma si arricchirebbe la città di un nuovo museo, collocato nella parte storico-artistica del palazzo, con tutte le opere d’arte indicate come inamovibili dalla Soprintendenza. In un’epoca di pesante crisi sanitaria, economica e culturale, un gesto come questo rappresenterebbe un segnale e uno stimolo per un ritorno alla vita normale, una vera e propria ripartenza, e un modo per tenere vivo il centro storico”.
Siamo in attesa di ricevere la perizia sul valore dell’immobile da parte dell’agenzia delle entrate, sezione territorio – aggiunge l’assessore al bilancio Marco Zocca – in modo da quantificarne il prezzo per valutare la sostenibilità dell’operazione economica e la congruità della nostra possibile offerta. Valuteremo attentamente la possibilità di un eventuale acquisto diretto, verificando che sia fattibile rispetto all’equilibrio finanziario amministrativo. Contestualmente, stiamo valutando assieme a Cassa Depositi e Prestiti quale possa essere il miglior prodotto finanziario da assumere per l’acquisto in considerazione delle migliori condizioni contrattuali, con particolare attenzione al tasso di interesse applicato”.
L’edificio è tutelato dall’Unesco dal 1994, al pari della Basilica palladiana e del Teatro Olimpico, al quale si aggiunge un vincolo di pertinenzialità posto nel 2016 dalla Soprintendenza Beni architettonici di Verona che comprende le otto collezioni presenti che sono di proprietà del fallimento ma che non si possono spostare dal sito. Si tratta di 115 dipinti, 6 sculture, 17 sculture di Arturo Martini, 151 piatti popolari dell’Ottocento, 132 ceramiche della manifattura di Nove degli Antonibon, 317 incisioni Remondini, 296 oselle veneziane e 199 monete veneziane. Raccolte dichiarate inscindibili da palazzo Thiene.