Anche il consigliere del Partito Democratico di Vicenza Giovanni Rolando, originario di Torino, era presente, come moltisismi altri, oggi allo stadio Menti di Vicenza per l’apertura al pubblico della camera ardente di Paolo Rossi. A lui abbiamo chiesto un ricordo di Rossi e quali iniziative si possano mettere in campo di qui in avanti per continuare a commemorarne la memoria.
Per esempio intitolargli lo stadio, come a Napoli con Maradona?
“No, l’intitolazione dello stadio sarebbe un errore, ci saranno modi di ragionare per ricordarlo, senza dividere l’opinione pubblica vicentina e veneta perché Romeo Menti è un’icona storica, è stato anche giocatore del grande Torino (e tra le vittime della tragedia di Superga, n.d.r.). Non mi pare il caso nemmno di intitolargli viale dello Stadio, a Vicenza il cognome Rossi esiste già, c’è via Alessandro Rossi, quindi le cose vanno ponderate in maniera seria, non fatte sull’onda emotiva. Non si è potuta fare la festa per la cittadinanza ordinaria, causa Covid, si potrà fare qualcosa di importante alla memoria con la società, la famiglia, una cosa assolutamente condivisa da tutti e dovrà essere una grande cosa, le istituzioni ci penseranno e troveremo un modo”.
Veniamo al ricordo di Rossi dentro e fuori dal campo
“Vera gioia, questo è il ricordo. Su di lui in questi giorni è già stato detto molto. Io ricordo la gioia del Mondiale, con la figura straordinaria di Sandro Pertini. Uscivamo dagli anni bui del terrorismo, ritrovarsi uniti in Italia al di là della retorica fu un momento importante anche per lasciarsi alle spalle il periodo di prima. Ho ricordi di Rossi calciatore quando era alle giovanili della Juventus, poi sul campo qui a Vicenza. Campione in campo e campione uomo. L’ultima volta che l”ho visto è stato in consiglio comunale, venne in consiglio entrando dalla parte dove entrano i cittadini, io presentavo all’ordine del giorno la richiesta di mettere una targa in onore a Giulio Savoini e gli chiesi cosa ne pensasse e lui disse “certamente, fai bene, ottima idea”, sì e votammo all’unanimità. Poi lo trovavi in giro per le strade, era sempre disponibile”.
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Grazie, Giovanni Coviello