
(Adnkronos) – “Da buon gesuita” il Papa farà quello che i medici gli chiedono, “il che non gli impedirà di essere presente in tutti i modi possibili”. Padre Antonio Spadaro, sottosegretario del dicastero vaticano della Cultura, ha provato emozione e commozione stamani quando Papa Francesco – dopo cinque settimane di ricovero al Gemelli senza mai mostrarsi se non attraverso una foto di spalle e un audio registrato – per un minuto e quaranta secondi si è affacciato da un balconcino dell’ospedale per salutare la folla e dare una benedizione. “Un momento molto emozionante – dice all’Adnkronos il gesuita già direttore di Civiltà Cattolica – mi ha commosso anche la gente che a mezzogiorno ha sollecitato la sua presenza e poco dopo lui è apparso dal vivo, dopo cinque settimane. Un’attesa fortemente emotiva, legata all’emozione di una radice spirituale, in un tempo molto difficile per il mondo, di grandi conflitti dove la sua voce e la sua presenza sono attese e importanti, perché in fondo possiamo considerare il Papa l’unico leader morale con un impatto globale nel mondo". "Il fatto di vederlo ha dato molta gioia e ha rasserenato un po’ dopo questo tempo non facile che lui ha vissuto con molta pazienza e normalità. E’ riuscito a vivere in maniera separata ma non lontano dal popolo di Dio perché si è fatto presente in molti modi anche con la sua voce flebile – sottolinea ancora – In un mondo dove tutti urlano, lui ha scelto di dare il suo saluto con una voce poco potente in termini di capacità e fiato ma certamente molto forte in termini di autorevolezza”. Da oggi è tornato a casa sua, a Santa Marta. Dimissioni ‘protette’, hanno detto i medici prescrivendogli due mesi di riposo nella sua stanza, la 201 che sarà il luogo dove continuare la riabilitazione. Ascolterà il Papa le prescrizioni? “Dico sempre che da buon gesuita, seguendo le costituzioni di S. Ignazio, deve obbedire al medico. In questo senso fa quello che i medici gli chiedono, il che non gli impedisce di essere presente in tutti i modi possibili. Il governo della chiesa è avvenuto anche in questo mese di ospedale con passaggi importanti”, osserva Spadaro nel ricordare il documento sinodale in cui il Papa ha approvato un calendario per i prossimi tre anni della Chiesa. “C’è un pensare in lungo che non lo frena, nelle modalità concrete si vedrà come andrà”, dice ancora. Spadaro torna poi alle parole del Pontefice di stamani: “Mi ha colpito il fatto che abbia guardato una signora, questo non è qualcosa di estemporaneo. Mi ha ricordato un evento vissuto nel 2016 quando raccolsi i suoi scritti di quando era arcivescovo di Buenos Aires in un volume e gli chiesi il titolo del libro proponendogli ‘La tua parola è nei miei occhi’. Lui mi guardò dicendo: ‘No, nei tuoi occhi la mia parola’. Questo mi risultò chiaro: il suo sguardo di pastore è alle persone, non alla massa. Anche nei viaggi apostolici accade”. Padre Spadaro non vede rischi di un governo ‘ospedaliero’: “No, non c’è il rischio di una fase di questo genere. il Papa ha sempre parlato di chiesa come ospedale da campo il che, al contrario, può essere una bella trincea. Assumere la debolezza, la condizione di debolezza fisica, guardare il mondo attraverso quella. E’ assolutamente consapevole di come la Chiesa va guidata. Anche la debolezza fisica è una condizione da cui si può governare la Chiesa però, certo, la prospettiva è quella di una ripresa a questo punto”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)