In provincia di Viterbo a circa una ventina di km a nordest dal capoluogo si trova un bosco di circa tre ettari con interessanti attrazioni, ma, purtroppo, rimasto abbandonato per diversi secoli, fino a quando, verso la metà del secolo scorso, due coniugi l’hanno recuperato e riportato agli antichi splendori, attualmente visitabile dietro pagamento di un biglietto dal valore simbolico. Si tratta del cosiddetto Parco dei Mostri, noto anche come Sacro Bosco o Villa delle meraviglie di Bomarzo, risalente addirittura al XVI secolo.
Si tratta di un posto davvero spettacolare, non solo, dunque, per le storiche sculture in basalto, che riproducono mostri mitologici, misteriose divinità, antiche sfingi, strani animali, nonché fontane e templi, ma anche per l’aspetto naturalistico, giacché all’interno viene preservata una interessante biodiversità floreale insieme a numerosi esemplari di conifere e latifoglie.
Erroneamente attribuita al genio di Michelangelo, successivamente si è scoperto che il parco venne commissionato dal principe Pierfrancesco II Orsini detto Vicino e affidato all’architetto Pirro Ligorio, il quale a partire dal 1547 cominciò l’edificazione di tutte le strutture del bosco. A differenza, però, delle altre ville monumentali della zona, come Villa d’Este a Tivoli, il Parco di Bomarzo appare alquanto misterioso e cupo, a cominciare da quella che, iconograficamente, è la scultura più nota, cioè l’Orco. Si tratta di un enorme mascherone con la bocca spalancata, scavata nella roccia, e due inquietanti denti affioranti dall’alto. All’interno si apre una stanza non molto grande con un tavolo e delle panche in pietra, davvero uno stano luogo per banchettare, ma che attrae la curiosità dei bambini e delle bambine, che hanno la strana sensazione di entrare nella bocca di un mostro mitologico, salvo poi uscirne immediatamente colti dalla paura dell’oscurità.
Oltre all’Orco, nel parco si possono ammirare altre sculture, come la gigantomachia, la più grande del complesso, che riproduce la lotta tra il bene e il mare di Ercole e Caco oppure la Venere nella conchiglia incastonata in una nicchia, vagamente ispirata alla Venere di Botticelli. Curiosa è anche la riproduzione di Echidna, figura mitologica metà donna e metà serpente, soprattutto per la sua posa plastica e molto erotica a gambe spalancate. Altrettanto interessanti sono le riproduzioni di Cerbero, dell’Elefante che trasporta sul groppone il catafalco con il corpo di un legionario e il Drago alato, oltre a Proserpina, Nettuno e Cerere.
Tuttavia, la struttura più spettacolare e, al tempo stesso, assolutamente affascinante, un vero e proprio mistero architettonico, è la Casa storta…a prova di giramenti di testa, solo per stomaci forti! Non si capisce come abbiano fatto a costruirla volutamente pendente, ma camminarvi all’interno procura un terribile senso di smarrimento, un vuoto alla testa che, però, entusiasma i bambini e le bambine, le quali avranno un pretesto in più per non abbandonare il parco!
L’unico modo per convincere i più piccini a cambiare meta è parlargli di un fantomatico Paese delle Fiabe a soli pochi minuti da Bomarzo. Infatti, una ventina di km più a nord del Parco dei Mostri, nei pressi di Civita di Bagnoregio, si trova Sant’Angelo di Roccalvecce.
È molto interessante la storia di questo borghetto, assente persino dalle pagine di Wikipedia, destinato come tanti altri allo spopolamento e a cadere nel dimenticatoio, se non fosse che qualche anni fa ad un’associazione di artisti è venuta in mente un’idea davvero geniale. La caratteristica del paese è legata al fatto che molte abitazioni del borghetto sono decorate con bellissimi murales (altri sono in fase di realizzazione), che riproducono momenti salienti delle fiabe più note, ma anche personaggi cari ai bambini e alle bambine, come il famoso San Nicola di Bari che regala doni, meglio noto ai più come Santa Claus o Babbo Natale.
Il borghetto si è così guadagnato il nome di “Paese delle fiabe” ed è diventato meta di moltissimi turisti e visitatori, soprattutto bambini e bambine, che sono letteralmente adorate e coccolate dalla popolazione, perlopiù anziana, che distribuisce caramelle!