Parco della Pace, Claudio Cicero (Lista 360): Variati mente, può essere sede della protezione civile, un’opportunità per gestire e controllare l’area verde

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Sul Parco della Pace, scrive nella nota che pubblichiamo Claudio Cicero capogruppo di Lista 360 in coalizione con Francesco Rucco candidato sindaco di Vicenza, il sindaco del Partito democratico, Achille Variati, mente sapendo di mentire: non solo in dieci anni non ha realizzato una sola opera pubblica, ma non è nemmeno riuscito a far partire il cantiere del parco, sul quale aveva fondato la sua battaglia, tutta e solo ideologica, contro la presenza di reparti USA in città e per il quale assistiamo oggi ad una corsa contro il tempo che ricorda tanto quella sul Fondo immobiliare, che Variati ha fortunatamente perso.

La città avrebbe dovuto ottenere tante cose in cambio della nuova base, invece Variati non è stato in grado di portare a casa nessuna delle compensazioni che aveva promesso, tanto meno il famoso parco, che così come è stato pensato è solo una risposta ideologica alle esigenze reali dei cittadini. I Vicentini infatti, prima di un nuovo parco di 60 ettari alla periferia della città, hanno bisogno e si aspettano parchi gioco ed aree verdi sicure e pulite sotto casa.

Questa leggenda metropolitana per la quale io sarei contrario al parco e che preferirei versare cemento anziché piantare alberi ha dell’incredibile e non corrisponde affatto alla mia idea per il parco della Pace. L’idea di un parco è di per sé una cosa utile e realizzabile, tenendo però bene d’occhio i costi e gli oneri di gestione e manutenzione. Ma ancor più che spazi verdi ed impianti sportivi a Vicenza manca un’area per la gestione delle emergenze, attrezzata con un punto di atterraggio in caso di emergenze sanitarie (ad esempio il trasporto di organi o medicinali urgenti) e di protezione civile (ad esempio calamità naturali e atmosferiche).

Anche il fatto poi che il progetto possa e debba funzionare solo così come è stato presentato è un’invenzione del sindaco: l’Amministrazione comunale, che dovrà prendersi in gestione una simile area, avrà ben diritto di richiedere, spiegare e motivare una variante al progetto stesso.

Le motivazioni sono assolutamente coerenti con l’immagine di città più sicura, attenta al proprio territorio e alle esigenze di protezione della sua popolazione. Chiediamo una superficie di atterraggio funzionale alle strutture di protezione di civile, che devono disporre di spazi adeguati in caso di emergenza: ad oggi la sede dei Vigili del Fuoco è vetusta e inserita all’interno di un’area densamente abitata, la Croce Rossa ha sede in una zona soggetta ad alluvioni e dispone di spazi ridotti, la superficie per gli elicotteri presso l’Ospedale è funzionale al solo trasporto sanitario ed il Centro coordinamento soccorso della Prefettura si trova in pieno centro storico.

Torno poi con forza ad avanzare una proposta operativa molto concreta e di bassissimo costo: all’interno del parco della Pace – grande spot elettorale/ideologico di questa Amministrazione – venga prevista un’area libera e piana in cui inserire tutti i sottoservizi (acqua, cavidotti liberi, scarichi fognari, ma anche cassonetti stradali) dimensionati e disposti planimetricamente per ospitare i campi di emergenza e i moduli prefabbricati della protezione civile, secondo schemi progettuali da chiedere proprio al Dipartimento nazionale della Protezione Civile. Il tutto sotto il prato, invisibile, pronto per essere attivato in poche ore in caso di emergenza. Sempre nell’area del Parco della Pace è fondamentale riattivare l’eliporto, già a suo tempo presente con un’ottima piazzola per l’atterraggio ed il decollo, da utilizzare in caso di emergenza.

Insomma, a Vicenza continuano a mancare spazi adeguati per la gestione delle emergenze: questa amministrazione li aveva previsti a Laghetto e inseriti nel PAT, salvo poi farli scomparire dal Piano degli Interventi. E comunque è bene ricordare che nel progetto del parco della Pace è già previsto di mantenere un pezzo della vecchia pista di atterraggio a memoria del glorioso aeroclub di Vicenza, uno dei più importanti d’Italia, quindi di cosa stiamo parlando? Chiedere maggiore attenzione per i temi della Protezione Civile non significa essere contro il parco ma significa, anzi, rendere sinergica una superficie a verde assai estesa – e per la quale non ho mai nascosto perplessità su costi e gestione – con strutture per la sicurezza, di cui purtroppo ci ricordiamo solo in caso di necessità. Il tutto per gestire ancora meglio l’area verde.

Purtroppo il penoso dibattito di questi ultimi giorni è dovuto ad una campagna elettorale ancora ideologica e “contro”, in cui il candidato Otello Dalla Rosa non ha espresso alcuna idea concreta sui temi della Protezione Civile e della sicurezza della città in caso di calamità