“Il Parco della Pace di Vicenza è uno dei simboli più eloquenti del fallimento amministrativo della giunta Rucco. La più grande infrastruttura naturalistica attrezzata del territorio, i cui lavori sono iniziati con la precedente amministrazione, avrebbe dovuto aprire ai cittadini da anni, contribuendo al benessere individuale e collettivo. Oggi, con i cancelli ancora chiusi, ci preoccupa invece per il suo livello di incompiutezza: 5 anni non sono bastati a finire i lavori, né a definire il modello di gestione. In compenso, hanno visto un pericoloso stravolgimento del progetto”.
Lo hanno detto stamani in conferenza stampa Achille Variati, ex sindaco e promotore del progetto, e il candidato sindaco di Vicenza per il centrosinsitra, Giacomo Possamai.
“Il Parco della Pace era stato uno dei grandi lasciti del mio mandato – commenta Variati – ma dopo 5 anni di lentezze è una delle tante incompiute del sindaco uscente, come la Bretella dell’Albera, l’ex Centrale del Latte, palazzo Chiericati. Quest’opera è nata da un processo partecipativo storico, popolare, frutto del paziente lavoro con tante associazioni.
Oggi quel tavolo di confronto è stato dissolto e il progetto originale stravolto anche con l’allontanamento dei paesaggisti che l’avevano pensato assieme a tante forze vive della città. Dietro i cancelli ancora chiusi intuiamo un Parco più povero e meno bello rispetto al suo disegno iniziale. Sono anche stufo – conclude Variati – di sentire la lagna sul passato.
Noi abbiamo lasciato un’opera progettata e finanziata per 15.2 milioni di euro, di cui 2 spesi per la bonifica bellica collaudata dal Genio Militare. Un progetto di parco da 630 mila metri quadri, che ne avrebbe fatto la più importante area verde pubblica attrezzata del territorio. I lavori dovevano durare tre anni. Con i primi due anni di manutenzione, dopo l’apertura, a carico della ditta, in base all’appalto fatto all’epoca”.
Un concetto ripreso da Possamai: “Quando si mette mano a un’opera pubblica e se ne allungano i tempi ci si aspetta sia almeno per migliorarla. Invece qui è successo il contrario. L’amministrazione Rucco non riuscirà a inaugurare il Parco, ma non ne ha neppure definito il modello di funzionamento: chi lo gestirà, come, con che risorse, con quali partnership.
Penso al tema dei grandi eventi, che per noi devono essere uno dei motori dell’area, e su cui non si è usato il tempo per stringere accordi e costruire opportunità importanti per mettere Vicenza al centro dei grandi circuiti dello spettacolo dal vivo. Non solo. Il cuore culturale del Parco, il giardino centrale, è stato cancellato: per sostituirlo al ribasso con giostrine e griglie che, comunque, costeranno al contribuente mezzo milione di euro.
Ancora. Cosa sta succedendo alle 30 passerelle d’acciaio previste dal progetto originale? Ci risulta che siano state progressivamente tagliate per ridurre i costi. La domanda è: se non ci sono più passerelle adeguate, cosa si farà in caso di allagamenti? In particolare cosa faranno i disabili e gli utenti fragili? Anche su questo il sindaco uscente – conclude Possamai – ha perso tempo”.
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